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Integratori in gravidanza

Pubblicato il 30/01/2023
Gli integratori consigliati e quelli controindicati

Gli integratori alimentari sono definiti "prodotti alimentari destinati a integrare la comune dieta e che costituiscono  una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti sia pluricomposti, in forme predosate”. Sono quindi considerati alimenti che possiamo trovare in capsule, compresse, bustine, flaconcini etc.

Gli integratori non hanno proprietà curative ma solo effetti di tipo fisiologico, destinati a favorire il normale funzionamento e benessere dell’organismo, eventualmente ottimizzando lo stato nutrizionale con l’apporto mirato di nutrienti e di altre sostanze d’interesse nutrizionale.

Sono prodotti di libera vendita e vanno utilizzati secondo le istruzioni riportate in etichetta. Un uso improprio, che non tenga conto di particolari condizioni fisiologiche, come la gravidanza e l'allattamento, o di situazioni patologiche in atto potrebbe rivelarsi controproducente. Infatti, è importante informare il medico qualora si usino integratori, soprattutto in concomitanza con farmaci, per evitare il rischio di reazioni da interazioni farmacologiche.

Cosa sono i prodotti erboristici?

I prodotti erboristici sono formulazioni a base di piante, delle loro parti e dei loro derivati, non addizionati con prodotti di sintesi o semisintesi, tali da poter essere definiti “naturali”, disponibili sul mercato come prodotti di libera vendita. Anche questi sono soggetti alla disciplina degli alimenti e, come tali, non possono vantare proprietà farmacologiche.

Purtroppo la sicurezza della maggior parte di questi prodotti durante la gravidanza non è nota in quanto vi sono pochi studi e spesso su campioni piccoli. Per questo è opportuno non utilizzarli se non sotto prescrizione medica e per il tempo strettamente necessario. I componenti presenti nelle piante possono infatti alterare lo sviluppo del feto agendo a vari livelli come ad esempio sulla divisione cellulare, sul trasporto transplacentare, sul tono della muscolatura uterina, aumentando il rischio di aborto.

Le piante medicinali che contengono oli essenziali sono controindicate sia per uso interno che esterno in quanto gli oli sono dotati di alta diffusibilità e quindi potenzialmente tossici per il feto, come ad esempio olio di rosmarino, propoli, menta, noce moscata, ruta, salvia, assenzio, prezzemolo, cannella, aglio.

Altre piante contenenti lassativi sono controindicate in quanto potrebbero aumentare la contrattilità uterina. Tra queste àloe, càscara, fràngola, senna e rabarbaro. In questo caso è meglio preferire integratori a base di fibre come lo psyllium o l’inulina o altre fibre solubili etc.

Altre piante infine potrebbero avere effetti sul sistema endocrino come luppolo, passiflora, serenòa, trifoglio rosso, agnocasto etc. Riguardo il ginseng non è stato evidenziato un aumento di rischio di gravi malformazioni. Purtroppo però gli studi sono stati fatti solo dalla 26esima settimana e prima non vi sono studi di importanti dimensioni che ne abbiano valutato la sicurezza.

La caffeina, presente nel caffè, tè, matè o guaranà, è in dosi eccessive, in grado di ridurre l’irrorazione placentare.

Il ginkgo, a volte assunto come alternativa all’ASA (acido acetilsalicilico) in caso di gravidanze a rischio potrebbe aumentare il sanguinamento durante e dopo il parto.

Riguardo allo zenzero, da molti studi si evince come sia efficace nella prevenzione e cura delle nausee rispetto al placebo o ad altri preparati. Le Linee guida dell’ISS ribadiscono come lo zenzero sia compreso tra i trattamenti non farmacologici efficaci nella riduzione di nausea e vomito, ma la sua sicurezza in gravidanza a lungo termine non è stata accertata. L’OMS ne ammette l’utilizzo, così come la camomilla, per la nausea dei primi mesi seguendo le opzioni disponibili.

Durante la gravidanza il consumo di piante medicinali dovrebbe essere molto limitato specialmente dalle donne che soffrono di patologie croniche come l’ipertensione, l’asma, il diabete, l’epilessia e sono in trattamento con farmaci convenzionali in quanto l’utilizzo di piante medicinali e farmaci può ridurre l’efficacia di questi ultimi o potenziarne la tossicità con effetti sia sulla madre sia sul feto.

Se seguo la dieta mediterranea devo assumere integratori?

Un’alimentazione varia ed equilibrata, che segue i principi della Dieta Mediterranea, assicura praticamente tutti i nutrienti necessari anche per il benessere della donna in gravidanza e quello del feto.

L’unica integrazione fortemente consigliata nella gestante è quella con l’acido folico, perché in questo periodo le richieste crescono, per via dell’aumentata sintesi di DNA e RNA durante le primissime fasi dello sviluppo del feto e una carenza di questi composti è uno dei fattori determinanti l’errata chiusura del tubo neurale, quello che diventerà il sistema nervoso centrale.

Sarebbe fondamentale la sua assunzione di 0.4 mg al giorno nei primi tre mesi di gestazione perché proprio in questa fase possono svilupparsi difetti del tubo neurale, come la spina bifida: la mancata chiusura delle vertebre con fuoriuscita del midollo spinale (il tubo neurale si chiude intorno al 28° giorno dal concepimento). L’ideale sarebbe che l’assunzione iniziasse almeno un mese prima del concepimento. Inoltre riduce il rischio di tumori cerebrali infantili, di malformazioni congenite come le labioschisi, (labbro leporino) e difetti cardiaci.

Anche il fabbisogno di acidi grassi omega 3 a lunga catena di EPA e DHA, utile anche essi per lo sviluppo del Sistema Nervoso e della retina, aumenta di 100-200 mg/die durante la gravidanza. Sarà utile valutarne l’integrazione in gestanti vegetariane o vegane, o qualora vi sia una possibile carenza alimentare.

Oltre all'acido folico, ci sono altri integratori alimentari necessari in gravidanza?

In alcune gestanti potrebbe essere indicata un'ulteriore supplementazione vitaminica o minerale alla luce dei risultati degli esami del sangue, dello stile di vita o di specifiche condizioni di salute. La maggior parte delle donne ad esempio non ha necessità di integrare ferro durante la gravidanza. Potrebbe però essere indicata la sua integrazione per prevenire il rischio di anemia, come suggerito dall’OMS, anche se occorre fare attenzione ad alcuni effetti indesiderati che possono manifestarsi, come bruciore allo stomaco e alterazioni dell’alvo.

L’assunzione di vitamina D e di calcio può essere presa in considerazione, sempre dopo valutazione medica, nel caso vi sia carenza accertata o per alimentazione povera di questi elementi, ad esempio se non si assumono uova, formaggi, cereali o carne o se vi è bassa esposizione alla luce solare. Ricordiamoci che il calcio oltre che dagli alimenti può essere assunto in buone quantità e biodisponibilità anche dall’acqua visto che in questo periodo la gestante dovrebbe aumentarne l’assunzione di almeno 350 ml/die rispetto al periodo pregravidico.

In merito allo iodio, sapendo che il 10% della popolazione presenta problemi associati ad un suo apporto insufficiente, se ne consiglia l’introduzione mediante la scelta del sale iodato (poche quantità) e delle porzioni di pesce, 2 o 3, già previste e consigliate per l’assunzione di omega 3.

Seguendo un'alimentazione varia non sono necessarie integrazioni di vitamina B 12 che sono invece fortemente consigliate in persone il cui regime alimentare ne è carente come chi segue una alimentazione vegana in cui sono esclusi gli alimenti di origine animale e loro derivati.

Fake news

"Gli integratori alimentari a base di erbe possono essere assunti senza problemi perché essendo di origine naturale non faranno mai male"

FALSO! Un prodotto non è sicuro solo perché è "naturale" e anzi, tanto più si utilizza per una sua attività fisiologica tanto più, in determinate condizioni, potrebbe dare effetti diversi da quelli attesi. L'assunzione di integratori o preparati vegetali è consigliata solo se accertata una reale carenza di un nutriente e comunque solo dopo aver chiesto consiglio al proprio medico di riferimento.

"Se si seguono le indicazioni della dieta mediterranea e si è in buona salute non è necessaria l’assunzione di integratori se non di acido folico e di altro solo in caso di effettiva carenza."

VERO!

Nel Decalogo sull’uso corretto degli integratori alimentari, elaborato dal Ministero della Salute, sono riportate utili informazioni per una loro assunzione in  totale sicurezza.