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Interazioni desiderate/indesiderate durante la terapia

Pubblicato il 13/11/2018

 carota arancio.png  Interazioni farmaci/alimenti 

La composizione del cibo può essere un fattore in grado di interagire in maniera farmaco-dinamica con i chemioterapici. Il cibo infatti può influenzare alcuni farmaci a somministrazione orale che devono quindi essere assunti lontano dai pasti, mentre su altri ha solo un effetto blando. Ad esempio:

- cibi ricchi in grassi o proteine possono incrementare in maniera significativa l'assorbimento del farmaco a livello intestinale e quindi la sua biodisponibilità;

- cibi ad alto contenuto di fibre possono alterare la biodisponibilità dei chemioterapici orali a causa del legame tra i farmaci e la fibra;

- i liquidi accelerano il passaggio attraverso lo stomaco e quindi riducono l'intervallo di tempo fra l'assunzione del farmaco e la comparsa dei suoi effetti.

Bisogna fare attenzione al succo di pompelmo, di mirtillo nero e rosso che non devono essere assunti insieme ai chemioterapici perché portano ad un aumento della concentrazione del medicinale a livello ematico potenziandone gli effetti tossici.

L'aglio è uno degli ingredienti più comuni nella preparazione dei cibi e da centinaia di anni viene usato come rimedio tradizionale per molti disturbi legati alla salute. Le proprietà dell'aglio derivano dalla varietà di sostanze biologicamente attive che lo compongono e che, da sole o in combinazione, sono responsabili dei suoi effetti curativi. È stata recentemente dimostrata un'interazione favorevole tra una sostanza estratta dall'aglio e il trattamento usato per il cancro alla prostata; questa sostanza è in grado di incrementare la sensibilità delle cellule neoplastiche al farmaco senza potenziarne gli effetti tossici.

Per questo è particolarmente importante rispettare le modalità prescritte di assunzione dei chemioterapici orali rispetto ai pasti.

 

carota arancio.png  Interazione farmaci/integratori

Spesso i pazienti oncologici consumano prodotti medicinali complementari come integratori multivitaminici o di sali minerali per reintegrare carenze nutrizionali dovute al ridotto apporto di cibo. Anche i supplementi nutrizionali più diffusi devono essere consumati solo dopo un'attenta valutazione della loro efficacia.

- L'olio di pesce e i suoi principali componenti, gli acidi grassi omega 3, sono comunemente usati dai pazienti oncologici come integratori. Essi sono in grado di potenziare gli effetti della chemioterapia, riducendo contemporaneamente la tossicità sui tessuti sani e l’infiammazione sistemica, per questo il loro uso come integratori durante il trattamento non è sconsigliato. 

- La melatonina è un ormone prodotto dalla ghiandola pineale, per il quale sono stati dimostrati effetti che inducono la morte delle cellule tumorali. L'azione anti-tumorale migliora sia il tasso di remissione che la sopravvivenza e riduce gli effetti collaterali della chemioterapia.

- La vitamina D ha una scarsa attività anti-tumorale e potenziali effetti tossici; perciò la supplementazione indiscriminata, cioè senza un’effettiva necessità, di Vitamina D, da sola o in combinazione con i trattamenti standard, deve essere evitata.

- Alte dosi di vitamina C somministrate per via endovenosa si sono dimostrate ben tollerate ed efficaci in pazienti con tumori in stadi avanzati, da sole o in combinazione con la chemioterapia. L’assunzione orale di supplementi di Vitamina C invece dovrebbe essere evitata perché potrebbe addirittura compromettere l’efficacia del trattamento.

 

carota arancio.png  Interazione farmaci/fitoterapici

Molti pazienti considerano le terapie complementari, a base di supplementi dietetici, vitamine, minerali e prodotti erboristici come un metodo sicuro per giocare un ruolo attivo nel processo terapeutico e per implementare l’efficacia dei trattamenti standard e ridurne gli effetti collaterali o migliorare la qualità della vita. 

In realtà i rimedi erboristici possono avere anche implicazioni cliniche con un potenziale effetto sul metabolismo dei farmaci. Infatti i prodotti erboristici non vengono sottoposti ad indagini scientifiche rigorose per valutarne efficacia e tollerabilità, né a controlli di qualità; in più raramente sono venduti col foglietto delle controindicazioni perché non obbligatorio per legge, perciò è molto importante prestare attenzione al loro consumo. 

- L'iperico o erba di san Giovanni può modificare il metabolismo epatico. La sua assunzione in chemioterapia deve essere evitata. 

- Il ginseng è tra le 20 sostanze più usate dai pazienti oncologici per le sue presunte proprietà anti-neoplastiche; in realtà i suoi principi attivi possono aumentare la concentrazione dei farmaci in circolo e potenziarne gli effetti tossici. Con alcuni farmaci (ciclofosfammide) è stata descritta un’azione epato-protettiva. 

- La curcuma è una spezia comunemente usata nella cucina indiana. L'effetto anti-tumorale della curcumina è ancora discusso in diversi studi scientifici, infatti se da una parte risulta ben tollerata determinando una stabilizzazione della malattia, altri studi suggeriscono di evitarne l'uso a causa di un'interazione antagonista sul trattamento.

- Il tè verde è una bevanda nota per le sue proprietà anti-ossidanti e anti-infiammatorie, ma è stata osservata un'azione antagonista con alcuni farmaci chemioterapici, perciò l'uso di questa bevanda in combinazione con la terapia deve essere evitata.

- Artemisinina è il principio attivo estratto dalla pianta Artemisia annua, utilizzato nella terapia antitumorale mostra un miglioramento nel tempo di progressione della malattia.

- Dalla pianta dell'aloe vengono ricavati tre distinti prodotti, il gel puro, il succo ottenuto con la spremitura e la pianta intera, preparata sminuzzando le foglie. Durante la chemioterapia il consumo dei prodotti a base di Aloe Vera va evitato perché hanno un effetto lassativo, soprattutto in combinazione con i chemioterapici che già di per sé causano diarrea, con possibile riduzione nell'assorbimento ed efficacia dei farmaci.

Per queste ragioni gli integratori e le altre sostanze con effetti farmacologici, dovrebbero essere assunti sotto il controllo di uno specialista del settore perché possono interagire con i farmaci chemioterapici riducendone o potenziandone l'effetto e la tossicità.