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Il Piano Regionale della Prevenzione

Pubblicato il 14/04/2022
Uno strumento di programmazione che fissa obiettivi, strategie e azioni da intraprendere per la promozione della salute e la prevenzione delle malattie, sulla base del contesto epidemiologico regionale

Il Piano Regionale di Prevenzione (PRP) 2021-2025 rappresenta un processo complesso, per il cui sviluppo è fondamentale mantenere coerenza con i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e con il Piano Sociale e Sanitario anche per le opportune sinergie in fase di attuazione.

L’Emilia-Romagna si è dotata della Legge Regionale n. 19 del 5.12.2018 dedicata a “Promozione della salute, del benessere della persona e della comunità e prevenzione primaria” che regola e sostiene un sistema regionale universalistico, accessibile ed equo di promozione della salute della persona e della comunità, in particolare garantendo il coordinamento delle politiche di prevenzione. Il PRP si inserisce quindi nel percorso tracciato dalla Legge Regionale che all’art. 10 definisce anche le modalità di approvazione del PRP e stabilisce che obiettivi e azioni devono essere integrati a livello locale, nei Piani di zona e negli obiettivi di mandato dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie allo scopo di coordinare gli interventi e valorizzare le risorse del territorio.

La Legge n. 19/2018 istituisce un Tavolo multisettoriale di coordinamento delle politiche di promozione della salute e prevenzione, composto dai rappresentanti di tutte le Direzioni Generali Regionali, dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione, l’Ambiente e l’Energia e delle altre Agenzie e Istituti Regionali che svolgono attività connesse alla promozione della salute della popolazione.

Il PRP nel territorio dell'Azienda USL di Bologna

L'applicazione del Piano Regionale della Prevenzione a livello locale vede l'integrazione tra i vari attori impegnati sul tema che comprendono le aziende sanitarie, gli enti locali, l'Università di Bologna e il terzo settore. In questo breve video vengono presentati gli orientamenti principali del Piano e l'organizzazione locale per la sua attuazione.

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I programmi

Il Piano Regionale della Prevenzione è articolato nei 10 Programmi Predefiniti descritti nel Piano Nazionale a cui si aggiungono 10 Programmi Liberi introdotti a livello regionale, non nell’ottica di separare e settorializzare, bensì, al contrario, di collegare le progettualità in riferimento ai setting in cui sono agite o ai destinatari degli interventi, così da sviluppare in modo completo gli obiettivi del PNP, supportare tematiche a loro volta trasversali e, in molte circostanze, condividere obiettivi, azioni e indicatori. I diversi Programmi possono quindi essere raggruppati per aree tematiche e/o principali destinatari degli interventi.

I Programmi rivolti alla popolazione generale per favorire stili di vita salutari e contrastare le malattie croniche non trasmissibili sono:

Il gruppo dei Programmi che interessano prevalentemente l’ambito sanitario e contrastano le malattie trasmissibili comprende: 

  • Misure per il contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PP10)
  • Screening oncologici (PL13)
  • Vaccinazioni (PL16)
  • Malattie infettive (PL17)
  • One Health. Malattie infettive (PL19)
  • Sani stili di vita: dalla promozione alla presa in carico (PL20).

Il tema Ambiente Clima e Salute è declinato nei Programmi: 

  • Ambiente, Clima e Salute (PP09)
  • Sicurezza chimica (PL15)
  • Eco Health Salute Alimenti, Animali, Ambiente (PL18).

La sicurezza e la salute in ambiente di vita e di lavoro vengono promosse con i Programmi: 

  • Luoghi di lavoro che promuovono salute (PP03)
  • Sicurezza negli ambienti di vita (PP05)
  • Piano mirato di Prevenzione (PP06)
  • Prevenzione in edilizia e agricoltura (PP07)
  • Prevenzione del rischio cancerogeno professionale, delle patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico e del rischio stress correlato al lavoro (PP08)
  • Sistema Informativo Regionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro dell’Emilia-Romagna (SIRP-ER) (PL14).

Il PRP è sostenuto da azioni trasversali quali equità, intersettorialità, comunicazione e formazione, che ne accompagnano l’attuazione, sia in ambito regionale che territoriale.

Grazie alla stretta relazione e al coordinamento con e tra i territori, viene garantito uno sviluppo equo e partecipato, in grado di intercettare criticità nella conduzione delle azioni e trovare risposte adeguate alle esigenze che emergono.