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Tubercolosi

Pubblicato il 08/11/2024

La tubercolosi è una malattia infettiva causata dal batterio Mycobacterium tuberculosis che colpisce principalmente i polmoni, ma può interessare anche altre parti del corpo (ad esempio ossa, reni, intestino ecc). Nonostante sia curabile, rimane un problema di salute pubblica. La tubercolosi, infatti, è diffusa in tutto il mondo e continua ad essere tra le 10 cause di morte più frequenti a livello mondiale.

Come si trasmette

La forma di malattia tubercolare polmonare “aperta” o “bacillifera” è contagiosa. Questa forma si trasmette per via aerea attraverso le secrezioni respiratorie emesse da un individuo malato e contagioso quando starnutisce, tossisce o parla. La trasmissione della malattia non è così facile, infatti la probabilità di contrarre l’infezione dipende da alcuni fattori, tra cui il grado di contagiosità della persona affetta, la durata del contatto e la tipologia di spazio condiviso tra soggetto malato e sano.

Non tutte le persone che si infettano svilupperanno la malattia. Per la maggior parte di esse l’infezione rimane quiescente, in questo caso si parla di "infezione tubercolare latente".

Infezione tubercolare latente

Si stima che circa un quarto della popolazione mondiale abbia un’infezione tubercolare latente. Le persone con infezione non sono contagiose, non hanno sintomi e non si sentono malate. Se effettuano un test cutaneo (Mantoux) o su sangue (IGRA-Quantiferon) risultano positive, pur avendo una radiografia polmonare normale. La maggior parte di esse non svilupperà la malattia, ma è comunque importante che l’infezione venga trattata per evitare una attivazione.

Alcuni fattori aumentano il rischio di sviluppare la malattia attiva, tra questi: infezione da HIV, vulnerabilità per patologia e/o per condizione sociale (es. scarsa igiene, malnutrizione), età avanzata o età inferiore a 5 anni, infezione recente e dipendenza da droga e/o alcol.

Sintomi della malattia tubercolare

I sintomi della tubercolosi polmonare comprendono:

  • Tosse persistente per almeno 3 settimane o più
  • Sangue nell’espettorato
  • Dolore al petto
  • Febbre o febbricola
  • Sudorazione notturna
  • Debolezza o affaticamento
  • Perdita di peso
  • Perdita dell’appetito.

I sintomi della tubercolosi extra-polmonare dipendono dall’organo colpito.

Gestione dei casi e dei contatti

La tubercolosi è una malattia curabile, la terapia dura mesi e deve essere seguita per tutto il tempo indicato dai clinici affinché sia garantita una guarigione completa e si evitino ricadute.

Il Dipartimento di Sanità Pubblica (DSP), che riceve le segnalazioni di malattie infettive e diffusive, esegue un’indagine epidemiologica per identificare i contatti di un caso di tubercolosi polmonare. Per contatto si intende chi ha condiviso lo stesso spazio con una persona contagiosa per un tempo sufficientemente lungo da poter consentire la trasmissione del batterio, indicativamente almeno 8 ore. I contatti possono essere “stretti” (familiari o assimilabili), “regolari” (ad es. persone che dividono regolarmente i pasti) o “occasionali”.

Ai contatti individuati il DSP raccomanda e offre lo screening con test cutaneo Mantoux e in caso di positività viene eseguito il test su sangue Quantiferon. Se entrambi i test risultano positivi vengono prescritte una radiografia al torace e una visita infettivologica per accertare se si tratta di infezione tubercolare latente o malattia attiva e fornite le cure del caso.

Programmi di prevenzione attiva

Il DSP, nell’ambito delle attività di prevenzione e controllo malattie infettive, propone programmi di screening per infezione tubercolare latente ad alcune popolazioni a rischio (ad esempio migranti di recente arrivo in Italia provenienti da Paesi ad alta endemia) per individuare persone esposte prima che si ammalino.

Per saperne di più sulle prestazioni offerte a richiedenti asilo e protezione internazionale visita la pagina Vaccini per adulti provenienti da altri paesi

Per ulteriori informazioni riguardo ai servizi che offrono test di screening per la tubercolosi rivolgersi al Centro di Prevenzione e Tisiologia.