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Rifiuti sui fondali marini: una revisione critica delle conoscenze pregresse, dei metodi attuali e delle prospettive future

Pubblicato il 03/03/2021 - Redattore Spiniello Francesca
Sintesi
La più grande densità di rifiuti al mondo si trova sui fondali marini italiani, il 62% di questi rifiuti è costituito da plastica
Il fondale marino copre circa il 70% della superficie terrestre ed ospita una grande quantità di rifiuti di ogni genere (plastica, reti e attrezzi da pesca, metallo, vetro, ceramica, tessuti e carta). In generale si stima che il 62% dei rifiuti accumulato sui fondali sia costituito da plastica che è relativamente leggera e facile da trasportare dalle correnti su lunghe distanze. La situazione più allarmante è rappresentata dal Mar Mediterraneo come si evince da questo studio pubblicato dall'Università di Barcellona e da diversi atenei europei; in particolare l'area sottomarina dello Stretto di Messina è quella che ha la più grande densità di rifiuti al mondo, un milione di oggetti per chilometro quadrato, e nei prossimi trent'anni il volume dei rifiuti in mare potrebbe superare i tre miliardi di tonnellate.
 
Per poter comprendere più a fondo i danni sia nello Stretto di Messina sia nelle varie realtà a rischio del Mediterraneo, gli esperti insistono sulla necessità di sviluppare e promuovere le nuove tecnologie, come ad esempio l'uso di veicoli telecomandati senza pilota (ROV) per osservare nel dettaglio i fondali. Inoltre, vi è la necessità di incentivare politiche specifiche per ridurre al minimo un problema ambientale così grave, aprendo un dibattito sulla rimozione dei rifiuti dai fondali marini.