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Gli integratori alimentari in un’ottica sostenibile

Pubblicato il 30/01/2023

Il concetto di sostenibilità è oggi tra i più attuali e trova applicazione in numerosi ambiti, tra i quali emerge quello della sostenibilità alimentare, come dalla FAO nell’introduzione al loro documento “Sustainable Diets and Biodiversity".

Le diete sostenibili sono diete a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale, nonché a una vita sana per le generazioni presenti e future. Le diete sostenibili concorrono alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, sono culturalmente accettabili, economicamente eque e accessibili, adeguate, sicure e sane sotto il profilo nutrizionale e, contemporaneamente, ottimizzano le risorse naturali e umane”.

Negli ultimi anni numerosi studi hanno dimostrato che il regime alimentare e lo stile di vita, insieme all’ambiente, sono i principali alleati della longevità, ad esempio le blue zone, aree del Pianeta nelle quali il tasso di longevità in salute è più alto rispetto alle altre zone del mondo.

Sono cinque le blue zone finora individuate: la Sardegna, nelle aree storiche dell’Ogliastra e della Barbagia, l’isola greca di Ikaria, l’isola giapponese di Okinawa, la penisola di Nicoyain Costarica e Loma Linda, in California, nella comunità cristiana degli Avventisti del settimo giorno. Queste zone presentano caratteristiche alimentari, ambientali e culturali in comune, prima fra tutti un’alimentazione parca, frugale, semplice, genuina, povera di grassi, di zuccheri e di cibi industriali, caratterizzata da un elevato apporto di cibi di origine vegetale (frutta e frutta secca, verdura, legumi e cereali tipici della zona) che provengono dalla coltivazione della propria terra e da un moderato consumo di carne bianca o pesce (un paio di volte alla settimana), latte e formaggi per lo più caprini. Fra tutti i fattori coinvolti, sicuramente l’alimentazione “semi vegetariana” gioca un ruolo fondamentale nel promuovere la longevità e diminuire l’incidenza delle malattie legate all’invecchiamento.

Questo intreccio di fattori chiamato anche “esposoma” comprende tutti i fattori ambientali, la dieta, lo stile di vita e i processi endogeni specifici dell’individuo a cui ogni soggetto è esposto nel corso della vita dal concepimento fino alla morte. Attualmente non esiste una definizione unica di esposoma, vista la vastità di stimoli alla quale il corpo umano può essere esposto, sono generalmente inclusi sia aspetti ambientali sia aspetti legati allo stile di vita, quali l’alimentazione o l’abitudine al fumo, ritenuti importanti poiché aggravano la predisposizione genetica. Tuttavia più elevata sarà la nostra capacità di analisi di questi interconnessi aspetti e maggiore sarà la possibilità di migliorare la nostra vita in termini di benessere e di salute.

In particolare nella nostra società l’alimentazione, oltre a soddisfare i bisogni nutrizionali, ha il compito di proteggere dalle malattie cronico-degenerative, garantire salute e longevità, aiuto per un fisico resistente, contributo al benessere generale e all’aspetto. In questa ottica di ricerca del “benessere fisico” si è assistito, negli ultimi anni, ad un notevole aumento dell’utilizzo degli integratori alimentari in supporto alla dieta. Il crescente utilizzo di integratori alimentari richiama una evoluzione più profonda e di lungo periodo degli stili di vita degli italiani che si riassume in una sempre maggiore attenzione alla propria salute ed un connesso più alto impegno soggettivo ad assumere comportamenti consapevoli di prevenzione primaria e di potenziamento della salute.

Già dagli anni Ottanta nella cultura sociale collettiva inizia a diffondersi l’idea che vi siano scelte e comportamenti che le persone possono fare, in autonomia, per la tutela della propria salute. La crisi del 2008, ad esempio, ha segnato uno spartiacque nei modelli di gestione dei budget familiari, che se da un lato ha portato alla riduzione generale dei consumi, dall’altro ha visto aumentare la spesa delle famiglie per la tutela della salute. Tale propensione è legata anche all’invecchiamento della popolazione italiana, all’aumento delle cronicità, dei fabbisogni sociosanitari e dei relativi costi, che mettono a rischio la sostenibilità del Servizio sanitario e più in generale del welfare. Decisiva diventa dunque la prevenzione sanitaria intesa in senso ampio: cioè comportamenti e abitudini salutari capaci di prevenire l’insorgere delle patologie, potenziare la salute e quindi benessere e qualità della vita.

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