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L’uso del telefono e gli effetti sulla salute

Pubblicato il 22/11/2022
Evita telefonate lunghe, utilizza gli auricolari o il vivavoce per limitare l’assorbimento di energia della testa.
Sintesi

Al momento non ci sono evidenze solide in grado di dimostrare che l’esposizione alle radiofrequenze del telefono possa causare tumori.
L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibilmente cancerogeni per l’uomo”. Gli organismi sanitari internazionali consigliano un uso prudente di cellulari, smartphone e cordless per limitare l’esposizione.

I telefoni cellulari come altre applicazioni dei campi elettromagnetici a radiofrequenza, nel settore delle telecomunicazioni, fanno ormai parte della nostra vita. A livello globale si è calcolato che sono 5,9 miliardi le persone che possiedono un telefonino; per quanto riguarda le SIM nel mondo ne circolano ben 7,9 miliardi una cifra superiore a quella della popolazione mondiale (dato riferito al 2019).

In Italia nel 2017 sono state calcolate 140 sottoscrizioni di telefono cellulare per 100 abitanti, con una media di 1,4 cellulari a testa. L’interesse dei cittadini verso l’acquisizione di informazioni da smartphone, legate ad esempio al proprio benessere o alla salute, è crescente; solo nel 2017, 78mila nuove App legate al mondo della salute sono state rilasciate e messe in vendita nei principali App store.

Fonte: Research2Guidance, mHealth App Economics 2017

Il successo commerciale dei telefoni mobili è stato accompagnato da preoccupazioni riguardo ad effetti negativi sulla salute eventualmente associati al loro utilizzo. Le evidenze scientifiche attualmente disponibili tuttavia tendono, nel loro complesso, a deporre contro l’ipotesi che l’uso dei telefoni cellulari comporti un incremento del rischio di tumori intracranici, a tal proposito l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibilmente cancerogeni per l’uomo”.

Non sono ancora disponibili, o sono molto limitate, osservazioni a distanza superiore a 15 anni dall’inizio dell’uso e per esposizioni iniziate durate l’infanzia e l’adolescenza, pertanto, in linea con quanto raccomandato dall’OMS, è opportuno proseguire la sorveglianza epidemiologica dell’andamento dei tumori cerebrali nel tempo e gli studi di coorte prospettici che indagano soprattutto sui potenziali effetti sulla salute nei bambini e negli adolescenti.

Considerando i margini di incertezza ancora presenti su questi argomenti, con un dibattito molto acceso all’interno della comunità scientifica, gli organismi sanitari internazionali consigliano un uso prudente di cellulari, smartphone e cordless per limitare l’esposizione. A tal proposito i Ministeri di Salute, Istruzione, Università e Ricerca e Ambiente, a seguito di una sentenza del TAR del Lazio del 2019 hanno promosso una campagna informativa in programmazione sulle reti Rai, web e sui social media “Usa il cellulare con intelligenza tutela la salute e l’ambiente”, con l’obiettivo di promuovere il corretto uso degli apparecchi di telefonia mobile e informare sui rischi per la salute e per l’ambiente connessi ad un uso improprio di tali apparecchi.

L’uso dello smartphone ha cambiato radicalmente le nostre abitudini e stili di vita, se da un lato ha apportato benefici all’intera comunità dall’altro, l’eccessivo utilizzo dello smartphone, espone gli utilizzatori oltre che ai rischi legati ai campi elettromagnetici anche a quelli inerenti i disturbi nello sviluppo fisico, cognitivo e socio-relazionale, soprattutto per i bambini e gli adolescenti.

I bambini sono infatti considerati i soggetti potenzialmente più vulnerabili ai campi elettromagnetici, in quanto il loro sistema nervoso è in fase di sviluppo e perché fisicamente la circonferenza del cranio è più piccola e quindi penetrabile in profondità rispetto a quella di un adulto.

Questo risulta essere ancora più preoccupante tenendo conto della crescente popolarità dell'uso del telefono cellulare tra i giovani; secondo dati Istat riferiti al 20187 circa il 19% dei bambini nella fascia di età 6-10 anni e l’85% degli adolescenti tra 11 e 17 anni usa quotidianamente il telefonino, il 72% naviga su internet tutti i giorni. Le più frequenti utilizzatrici sono le ragazze (l’87,5% usa il telefono tutti i giorni).

La Società Italiana di Pediatria si esprime sull’argomento con un documento ufficiale sull’uso dei media device (cellulare, smartphone, tablet, pc ecc.) nei bambini da 0 a 8 anni di età. Il Position Statement dei pediatri italiani è il frutto di un’approfondita analisi della letteratura scientifica che ha indagato sia gli effetti positivi sia quelli negativi sulla salute fisica e mentale dei bambini al fine di stabilire l’età più appropriata per l’esposizione ai media device e le corrette modalità.

Gli effetti dannosi di una precoce e prolungata esposizione alla tecnologia digitale sono stati descritti in numerosi studi, tra questi i più riportati riguardano le interazioni con lo sviluppo neuro-cognitivo, l’apprendimento, il benessere, la vista, l’udito e le funzioni metaboliche e cardiocircolatorie.

Per contro i rischi a cui i ragazzi sono esposti utilizzando gli smartphone non sono solo legati all’esposizione a radiofrequenze ma comprendono quelli correlati all’accesso a Internet: il cyberbullismo o l’esposizione accidentale a immagini o testi violenti o offensivi soprattutto attraverso i siti con contenuti negativi cosiddetti “user-generated”. Un altro rischio per le nuove generazioni di preadolescenti e adolescenti è quello delle possibili dipendenze patologiche dovute alla nuova tecnologia.

L’argomento è tuttavia di più vasta portata, ulteriori considerazioni vanno fatte anche su gli aspetti che non riguardano le esposizioni ai campi elettromagnetici ma la sicurezza in generale, ad esempio, l’uso dei telefoni cellulari è proibito sugli aerei, poiché i segnali a radiofrequenza possono interferire con determinati sistemi di navigazione. La stessa indicazione vale in alcuni contesti ospedalieri, quali i reparti di degenza dedicati a terapia intensiva, in cui sarebbe opportuno spegnere il telefono cellulare, al fine di ridurre il rischio di errori legati alla distrazione dall’uso del telefonino e contenere le interferenze con le apparecchiature biomedicali, ma anche per ridurre il rischio di infezioni prevenendo la trasmissione di germi e batteri presenti sul cellulare, dalle mani ai pazienti ricoverati.

L’Azienda USL di Bologna ha affrontato l’argomento della gestione del telefono cellulare in ambito ospedaliero nel reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Maggiore di Bologna; dall’anno 2019 è stato vietato l’uso dei cellulari negli spazi di degenza sia ai caregiver che ai professionisti sanitari, consentendolo invece in spazi specifici quali studi del personale, aree di lavoro amministrativo e zone relax (aree codificate da apposita segnaletica). A tutti coloro che accedono al reparto per la prima volta, viene consegnato il materiale informativo che ne sintetizza lo scopo e vengono illustrate le motivazioni.