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La plastica ai tempi della pandemia

Pubblicato il 02/04/2021 - Redattore Spiniello Francesca
Sintesi

I dispositivi di protezione individuale, come le mascherine, sono diventati parte integrante delle nostre abitudini durante la pandemia da Covid-19 ma, allo stesso tempo, hanno riacceso la sfida contro un nemico con cui da poco avevamo iniziato le trattative: la plastica

Dall'inizio della pandemia il consumo di plastica negli ospedali è purtroppo aumentato per motivi igienico-sanitari di protezione personale. Gli operatori sanitari, impegnati in prima linea per arginare e combattere la pandemia, loro malgrado, hanno avuto un ruolo anche sul fronte dell’aumento dei rifiuti (tute, calzari, maschere ffp3, visiere e occhiali) che per necessità sono monouso e da buttare ogni volta. Proteggersi dal virus richiede protezioni di plastica, non solo in ospedale: a livello globale, è stato stimato che ogni mese vengano prodotti 129 miliardi di mascherine di plastica e 65 miliardi di guanti di plastica, a cui si aggiungono visiere, sacchetti e pellicole.

Uno studio pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment sottolinea come le misure preventive, assolutamente necessarie per arginare la pandemia, hanno però messo un freno ai recenti progressi fatti in materia di sostenibilità e gestione dei rifiuti. Il problema dell'inquinamento da plastica è stato in cima all'agenda politica in Europa e nel mondo. Tuttavia, la pandemia ha gravemente interrotto le politiche di riduzione della plastica e ha indotto cambiamenti significativi nella gestione dei rifiuti con potenziali impatti negativi per l'ambiente e la salute umana. 

L'attenzione sul tema è alta anche da parte dell'Agenzia Europea dell'Ambiente che nella figura del suo Direttore Hans Bruyninckx ha dichiarato:

"Le sfide poste dalla plastica sono dovute in larga misura al fatto che i nostri sistemi di produzione e di consumo non sono sostenibili. La pandemia di COVID-19 e i cambiamenti climatici hanno amplificato l’attenzione dell’opinione pubblica verso la crisi causata dai rifiuti in plastica che ci troviamo ad affrontare."

É chiaro, dice il direttore dell'AEA, che la strategia migliore debba prevedere il passaggio a un’economia della plastica fondamentalmente sostenibile e circolare, che ne preveda un utilizzo più responsabile, migliorandone il riutilizzo e il riciclaggio. Cominciando, ad esempio, da una produzione di plastica a partire da materie prime rinnovabili.