La prevenzione è vita, in Emilia-Romagna si riducono drasticamente incidenza dei tumori e mortalità
La Regione Emilia-Romagna lancia una nuova, importante campagna di comunicazione per promuovere l'adesione allo screening per la diagnosi precoce del tumore del colon retto. L'iniziativa si fonda sul successo consolidato di un programma di prevenzione che ha già dimostrato di salvare migliaia di vite, riducendo in modo significativo sia i nuovi casi di tumore che la mortalità.
A rafforzare questo impegno, da gennaio 2025 il programma di screening viene esteso, includendo tutti i cittadini e le cittadine fino ai 74 anni di età. La campagna mira a sensibilizzare sull'importanza di un test semplice, gratuito e organizzato, un gesto fondamentale per la propria salute.
Fonte: Regione Emilia-Romagna
Ancor più che le parole, contano i numeri, che dimostrano come investire nella prevenzione significhi investire nella vita.
L'analisi dei dati raccolti in quasi due decenni di attività mostra un impatto diretto e potente sulla salute di chi aderisce al programma. La partecipazione allo screening del colon retto ha portato, in Emilia-Romagna, ad una importante diminuzione della mortalità: un -65% per gli uomini e un -54% per le donne. Il programma si è inoltre dimostrato efficace nel prevenire l'insorgenza stessa della malattia. Grazie alla capacità del test di individuare lesioni pre-tumorali, che possono essere rimosse prima che evolvano in cancro, si è registrata una diminuzione delle nuove diagnosi di tumore del 33% negli uomini e del 21% nelle donne che hanno scelto di aderire allo screening.
Da vent’anni il Servizio Sanitario Regionale offre lo screening gratuito per il tumore del colon retto, che fino al 2024 era destinato ai cittadini di entrambi i sessi tra i 50 e i 69 anni. Da gennaio 2025, la decisione della Regione di estenderlo alla fascia d’età 70-74 anni, in linea con le Raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea e con il Piano nazionale della Prevenzione, ma soprattutto alla luce di due fattori: l’efficacia dimostrata ai fini della prevenzione e il forte aumento dell’incidenza del cancro al colon retto a partire dai 75 anni, rilevata dal Registro regionale Tumori.
“La partecipazione agli screening consente una diagnosi precoce, prima della comparsa di sintomi, e aumenta le possibilità di guarigione, riducendo significativamente la mortalità […] per tutti e tre i tipi di cancro - spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi-. Inoltre, permette di individuare e curare lesioni pretumorali del colon retto […] e del collo dell’utero, contribuendo a ridurre l’incidenza di nuovi tumori. La prevenzione è fondamentale, e per questo come Regione continuiamo a garantirla e a rafforzarla, con un percorso diagnostico-terapeutico integrato, completamente gratuito e organizzato, che accompagna il cittadino dal test iniziale fino agli eventuali approfondimenti diagnostici e ai successivi trattamenti di cura e follow-up. Ma l’impegno delle istituzioni, che ci colloca tra le Regioni più attive e con tassi di partecipazione tra i più alti a livello nazionale, non basta, ancora più importante è quello dei cittadini”.
“Il carcinoma del colon retto - continua l’assessore - rappresenta la seconda causa di incidenza e mortalità oncologica in Emilia-Romagna e in Italia, eppure l’adesione a questo screening stenta a decollare, soprattutto rispetto agli altri due, mammella e collo dell’utero, che invece continuano gradualmente a crescere e hanno raggiunto livelli molto buoni. Colmare questo divario è dunque prioritario, perché il principale fattore di rischio modificabile è proprio la mancata adesione. Non partecipare allo screening significa sottrarsi alla possibilità di fare una prevenzione efficace, nonostante il test sia molto semplice e da eseguire a casa, dopo aver ritirato il kit in farmacia o presso i punti indicati nella lettera di invito”
La campagna di comunicazione della Regione
Per favorire una maggiore conoscenza e più ampia partecipazione allo screening del colon retto - che in termini di adesione registra una percentuale ancora bassa, 53,3%, nonostante sia superiore alla media nazionale - la Regione ha lanciato una nuova campagna di comunicazione. La presentazione della campagna e il punto sulla prevenzione oncologica, con un focus sullo screening al colon retto, è stato fatto in conferenza stampa in Regione dall’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi.
Il nuovo claim della campagna è "L’hai fatta? La prevenzione inizia anche da qui", ovvero dalla carta igienica, perché proprio dalla raccolta di un campione di feci, e quindi dalla ricerca del sangue occulto, si può prevenire il cancro al colon retto, il secondo tumore più diagnosticato nella popolazione italiana e purtroppo anche il secondo per mortalità.
La campagna si prefigge anche di contrastare i principali deterrenti della partecipazione allo screening colorettale: la sottovalutazione del rischio del tumore del colon retto, la paura della colonscopia, la scarsa fiducia, il disgusto per un test che implica una raccolta delle feci, la mancanza di tempo.
Tutte le informazioni sul sito regioneer.it/colon.
A chi è rivolto e come funziona lo screening al colon retto
Dal 2025 in Emilia-Romagna lo screening, prima riservato a uomini e donne tra i 50 e i 69 anni, è stato esteso gradualmente alla fascia d’età 70-74: quest’anno è partito l’invito per i nati nel 1955 che nel corso dell’anno compiono i 70 anni, in continuità con la cadenza biennale dall’ultimo test eseguito o invito ricevuto. Contemporaneamente si stanno invitando tutti i nati nel 1951 che compiono i 74 anni e che avranno così l’opportunità di eseguire un ulteriore screening prima di uscire dal programma. Nel 2026 saranno invitati anche i nati nel 1956 e nel 1952, proseguendo così fino al 2028, quando tutte le persone in età tra i 70 e 74 anni saranno comprese nella chiamata di screening.
Il programma di screening propone il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni 2 anni a tutte le donne e gli uomini residenti e domiciliati assistiti in Regione Emilia – Romagna in fascia di età target. Il prelievo si esegue in completa autonomia nella propria abitazione. In caso di positività, viene proposto l’esame di approfondimento che è la colonscopia. Tramite la colonscopia è possibile individuare e rimuovere polipi intestinali, che se non asportati, nel tempo, potrebbero progredire verso forme tumorali. Permette anche di riscontrare tumori già presenti prima che diventino sintomatici, intervenendo con cure più conservative ed efficaci. 1 uomo ogni 3-4 e 1 donna ogni 5-6 ha una lesione significativa alla colonscopia di screening.
L'intero percorso è semplice, completamente gratuito e interamente organizzato dal Servizio Sanitario Regionale.