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Domenico Mantoan, direttore generale AGENAS, in visita alla Casa della Comunità del Navile

Pubblicato il 06/02/2023 - Redattore Grana Marco
Avvio del Tavolo Tecnico tra l'Agenzia Nazionale per i servizi Sanitari Regionali e l'Azienda USL di Bologna per applicazione del D.M. 77

A fronte di un accordo di collaborazione stipulato nei mesi scorsi tra l'Agenzia Nazionale per i servizi Sanitari Regionali e l'Azienda USL di Bologna in merito all’applicazione del D.M.77, lunedì 6 febbraio il direttore generale di Agenas – Domenico Mantoan- ha fatto visita alla Casa della Comunità del Quartiere Navile.

All’incontro hanno partecipato l'Assessore al Welfare e salute, nuove cittadinanze, fragilità, anziani - Luca Rizzo Nervo - il Direttore generale dell’Azienda USL, Paolo Bordon, il Direttore sanitario dell'Azienda US, Lorenzo Roti, il Direttore amministrativo Giovanni Ferro, i Direttori dei distretti sanitari e lo Staff della Direzione aziendale.

L’accordo di collaborazione prevede che l’Azienda USL di Bologna metta a disposizione di Agenas il patrimonio di esperienze dei servizi territoriali costruito negli anni nel bolognese mentre Agenas accompagni questo territorio nell’applicazione del DM 77. Le realtà regionali italiane sono differenti e presentano velocità di applicazione del DM 77 molto diverse: la realtà bolognese rappresenta un modello di per sé già all’avanguardia, potendo contare su 19 Case della Comunità che vedranno una rimodulazione dei servizi territoriali ed un completamento di parti ancora mancanti.

Il tavolo tecnico di avvio dei lavori è stato organizzato presso la Casa della Comunità del Navile, una delle ultime nate in città, proprio per aprire il confronto a partire dal patrimonio già realizzato e da qui implementare ulteriormente lo sviluppo dei servizi territoriali dell’Azienda USL di Bologna.

L’utilizzo dei fondi stanziati con il PNRR contribuirà allo sviluppo delle Case della Comunità, favorendo un approccio integrato e multidimensionale con la componente sociale.

Grazie ad equipe multidisciplinari e multiprofessionali, oggi già operative, saranno sempre più favoriti interventi socio-sanitari che coinvolgeranno ulteriori figure professionali – come l’Infermiere di Famiglia e di Comunità - e nuove strutture organizzative, tra cui le future Centrali Operative Territoriali. Lo sviluppo di questi nuovi modelli organizzativi coinvolgerà attivamente le singole comunità locali attraverso la partecipazione delle associazioni di pazienti, dei cittadini, dei caregiver, dei privati e del volontariato, favorendo passo dopo passo l’implementazione della Medicina d’iniziativa e di prossimità.