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Ha ancora senso, oggi, vaccinarsi?

Pubblicato il 01/10/2019
Le vaccinazioni servono a proteggere il singolo e l’intera comunità.

Sì, la vaccinazione continua ad avere un ruolo importante nel tutelare la salute degli individui e della collettività.

Grazie alle migliorate condizioni sanitarie e alle vaccinazioni, oggi non vediamo più le vaste epidemie che si osservavano in passato.

Raramente sentiamo di qualcuno che ha contratto malattie infettive prevenibili con vaccinazione, come la polio, il morbillo e la rosolia congenita.

Ma i microrganismi (batteri e virus) esistono ancora e la possibilità che possano diffondersi di nuovo è reale.

È già successo in altri paesi, anche europei, dove una popolazione non adeguatamente vaccinata ha creato le condizioni adatte a una nuova diffusione del virus che causa la poliomielite, per esempio.

Nessun vaccino ha un’efficacia del 100%, tuttavia, se la percentuale di persone vaccinate supera una certa soglia, i germi hanno maggiori difficoltà a diffondersi da una persona all’altra.

Inoltre, vengono così protetti indirettamente i pochi che non sono ancora stati vaccinati. Questo fenomeno si chiama “protezione di comunità” o “immunità di gregge”. Della stessa protezione si giovano anche quelle persone che non possono essere vaccinate perché affette da alcune patologie.

In questa prospettiva la vaccinazione rappresenta oltre che una protezione del singolo, anche un atto di solidarietà e di senso civico che contribuisce a migliorare il livello di salute dell’intera comunità.

 

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