Varicocele femminile e disordini venosi del pavimento pelvico. Un protocollo dell’Azienda USL di Bologna per migliorare la diagnosi e il trattamento di una patologia troppo spesso misconosciuta
Il varicocele pelvico femminile e, più in generale, i disordini venosi del pavimento pelvico (PeVDs) sono un gruppo variegato di patologie che colpiscono le donne e che, per le loro caratteristiche, si prestano ad essere non riconosciute e sottodiagnosticate, portando la donna che ne è affetta verso situazioni di difficoltà nell’orientarsi tra possibili diagnosi e relative terapie, che talvolta sfociano, addirittura, in un errato inquadramento psichiatrico.
Si tratta di un’anomala dilatazione del plesso venoso utero-ovarico che causa una stasi venosa e successivo disagio pelvico a volte con una severa riduzione della qualità di vita per la donna.
Tra le PeVDs vi sono una serie di patologie che, se ben inquadrate mediante un’adeguata diagnosi ginecologica, possono essere trattate tramite un intervento mininvasivo con l'ausilio della Radiologia Interventistica con ottimi risultati e con un netto miglioramento della qualità di vita delle pazienti. Il trattamento viene svolto mediante una piccola puntura inguinale in semplice anestesia locale o talvolta con una leggera sedazione anestesiologica e ha la durata di circa un’ora.
I servizi di Ginecologia e Radiologia interventistica dell’Azienda USL nell’ultimo anno hanno inquadrato e trattato diverse donne con risultati soddisfacenti e in linea con la letteratura internazionale e, primi in Emilia-Romagna, hanno adottato un protocollo che prevede un percorso dedicato capace di inquadrare, trattare e monitorare le donne affette da PeVDs.
Al percorso accederanno sia donne con sospetta PeVDs inviate da ginecologi AUSL in grado di effettuare diagnosi di PeVDs, sia donne inviate da Medici di Medicina Generale o Ginecologi, Angiologi, Radiologi diagnosti che pongono il sospetto di PeVDs.
La paziente verrà contattata telefonicamente o vie e-mail per fissare un appuntamento per effettuare una valutazione congiunta ginecologica e radiologica interventistica.
Infine, non è raro che le pazienti giungano primariamente all' attenzione dello specialista Angiologo per varici venose o sintomatologia irradiata agli arti inferiori. Talvolta il circolo venoso pelvico iperteso dalla patologia trova, infatti, sfogo attraverso le connessioni vascolari con le vene degli arti inferiori. In tal caso saranno inquadrate e indirizzate direttamente dall'Angiologo dell’Azienda USL che poi le rivedrà in follow-up ambulatoriale post-operatorio attraverso un percorso dedicato di prenotazione interna.