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“Permeabili alla luce”: fotografia, salute mentale e inclusione sociale

Pubblicato il 16/12/2025 - Redattore De Frenza Francesca
Fra giugno e settembre 2025 si è svolto a Bologna un laboratorio di fotografia dedicato al tema della lotta allo stigma e al pregiudizio che colpiscono le persone che soffrono problemi di salute mentale, frequentemente esposte a processi che ostacolano il loro percorso di integrazione ed emancipazione
Foto Eleonora Gnoffo

Un laboratorio fotografico e una mostra per raccontare la salute mentale attraverso lo sguardo delle persone, superando stigma e stereotipi. È questo il cuore di “Permeabili alla luce”, il progetto promosso dal Dipartimento di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche (DSM/DP) dell’Azienda USL di Bologna, che ha coinvolto utenti dei servizi territoriali – in particolare giovani –, cittadini appassionati di fotografia e fotografi professionisti.

Il progetto ha dato vita a un gruppo eterogeneo e non gerarchico, fondato su relazioni paritarie e sul confronto tra esperienze diverse, con l’obiettivo di utilizzare il linguaggio fotografico come strumento di espressione, esplorazione personale e riflessione sulla realtà quotidiana.

Il laboratorio si è sviluppato attraverso incontri collettivi dedicati al ritratto e all’autoritratto, svolti nel suggestivo Cortile dei Tigli dell’ex ospedale psichiatrico F. Roncati. Dal punto di vista metodologico, il percorso ha scelto consapevolmente un approccio non direttivo: nessuna formazione tecnica strutturata, ma un accompagnamento continuo da parte dei tutor, orientato a sostenere ciascun partecipante nello sviluppo di un progetto personale, coerente con le proprie intenzioni espressive.

Il lavoro sul ritratto ha assunto un ruolo centrale. Volti, corpi e oggetti personali sono diventati strumenti per interrogare il tema dell’identità, mettendo in discussione la riduzione della persona alla sola diagnosi. Le immagini hanno raccontato le ambivalenze legate allo stigma: il desiderio di mostrarsi e, al tempo stesso, il bisogno di protezione; l’affermazione di sé e il timore del giudizio. Al progetto hanno preso parte attivamente anche persone che hanno scelto di mettersi in gioco semplicemente facendosi ritrarre.

L’esito finale del laboratorio è stato una mostra composta da oltre 150 fotografie, esposta dal 10 al 31 ottobre presso il Quadriportico Roncati di Bologna. I lavori presentati si distinguono per coerenza e maturità espressiva e sono accompagnati da didascalie e testi scritti dagli autori e dalle persone ritratte, contribuendo a costruire una narrazione corale capace di restituire la complessità delle esperienze legate alla salute mentale, senza semplificazioni né stereotipi.

“Permeabili alla luce” rappresenta un esempio concreto di welfare culturale, in cui un’attività artistica accessibile diventa generatrice di benessere individuale e relazionale. La fotografia si è rivelata uno spazio di riconoscimento e di legittimazione pubblica, dimostrando come i progetti culturali possano affiancare e rafforzare i percorsi di cura, inclusione sociale ed emancipazione. Un approccio pienamente coerente con i principi della Recovery, che riconoscono la possibilità di vivere al meglio delle proprie capacità anche in presenza della malattia.

Il progetto è stato coordinato da:

  • Antonella Magnani, DSM/DP Azienda USL di Bologna

  • Claudia Zucchi, DSM/DP Azienda USL di Bologna

  • Elisabetta Mandrioli, Istituzione Gian Franco Minguzzi

  • Alessandro Zanini, Istituzione Gian Franco Minguzzi

  • Mario Piccirilli, Progetto Itaca Bologna