Rianimazione cardiaca tempestiva al centro sociale di Riale, grazie a tutti gli attori della rete dell’emergenza
Una serata danzante come tante altre, venerdì 29 novembre, al centro sociale Falcone di Riale. Il signor Franco, 75 anni, stava ballando quando, improvvisamente, è caduto a terra, in arresto cardiaco. A sorreggerlo nel momento della caduta, però, era pronta la rete dell’emergenza territoriale.
Una rete dalle maglie sempre più strette, formata da una cultura diffusa del soccorso per la rianimazione cardiopolmonare che si concretizza con defibrillatori presenti sul territorio, cittadini formati per il primo soccorso, tecnologie per l’allerta rapida e la macchina dell’emergenza rodata dall’impegno quotidiano del 118 sul territorio e dei medici e infermieri ospedalieri dell’Azienda USL di Bologna.
Proprio quello che è avvenuto a Riale. Nell’arco di pochi fondamentali minuti, sono stati quattro fattori essenziali a salvare Franco: la presenza del defibrillatore nel centro sociale, la lucidità di Mauro, un astante che aveva seguito la formazione BLSD per eseguire le manovre di rianimazione, la segnalazione tramite l’app DAE RespondER e l’intervento tempestivo dei soccorritori del 118.
Alle 22:09 arriva la telefonata alla Centrale operativa 118 Emilia Est all’ospedale Maggiore, la quale attiva subito l’ambulanza Zola61 della Pubblica Assistenza Valle Lavino e l’automedica Bazzano104. Contestualmente parte la segnalazione di arresto cardiaco in corso sull’app DAE RespondER. Alle 22:12 Mauro inizia il massaggio cardiaco ed effettua la prima scarica con il DAE presente nel centro sociale, mentre l’ambulanza è già in viaggio e, tramite l’app, un soccorritore nelle vicinanze (First RespondER) accetta la chiamata a recarsi sul posto. Alle 22.14 arrivano insieme l’ambulanza e il First RespondER che supportano Mauro nelle successive manovre. Il secondo shock elettrico non è necessario: il cuore di Franco è ripartito. Alle 22.26 arriva l’automedica e Franco viene trasportato d’urgenza in codice di massima gravità al Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore, dove viene valutato e trasferito in Rianimazione.
Nei giorni successivi, dopo una breve degenza in Rianimazione, Franco viene preso in carico dalla Cardiologia, dove resta ricoverato: respira spontaneamente e non ha subito danni neurologici, proprio grazie alla tempestività delle manovre di rianimazione cardiopolmonare.
Due settimane dopo, Franco è stato dimesso dalla Cardiologia dell’ospedale Maggiore, dopo aver eseguito un intervento di impianto di defibrillatore cardiaco, pochi giorni dopo aver festeggiato in reparto il suo 76esimo compleanno con i suoi famigliari e gli operatori sanitari presenti.
In base alle caratteristiche di età e condizioni di salute, l’equipe della Rianimazione in collaborazione con la Cardiologia ha proposto a Franco di essere arruolato nello studio Enforcer, uno studio scientifico sulla qualità della vita delle persone che hanno subito un arresto cardiaco, coordinato dall’Azienda USL di Bologna in collaborazione con l’Istituto di Riabilitazione di Montecatone e finanziato dalla Fondazione IRC Italian Resuscitation Council ETS.
Lo studio interventistico randomizzato controllato Enforcer - internet-based interventions for cardiac arrest survivors mira a valutare l’efficacia di interventi via web su ansia, depressione e disturbi cognitivi nelle persone sopravvissute ad arresto cardiaco extraospedaliero durante il periodo successivo alla dimissione dall’ospedale.
L’app DAE RespondER
L’applicazione DAE RespondER è stata sviluppata dal 118 Emilia-Romagna ed è attiva dal 2017. Integrata nei flussi informativi delle Centrali operative 118 della Regione permette di informare e attivare soccorritori volontari, sanitari e laici, equipaggiati di defibrillatore, in caso di eventi di sospetto arresto cardiaco, in modo tale da ridurre al minimo il tempo intercorso tra l'inizio dell'arresto cardiaco e l'applicazione delle piastre del defibrillatore ed eventuale shock al paziente.
L'app, che oggi conta quasi 25.000 iscritti, di cui oltre 5.600 nella Città Metropolitana di Bologna, integra diverse informazioni, tra cui il luogo dell’evento e di tutti i defibrillatori semiautomatici disponibili nelle vicinanze, e i relativi orari di apertura dei locali in cui sono custoditi i DAE.
Se un soccorritore, chiamato RespondER, accetta di intervenire, la sua posizione viene localizzata nella app e dalla Centrale Operativa 118 che può guidarlo nel raggiungimento dei dispositivi DAE e supportarlo nelle manovre di rianimazione cardiopolmonare sulla scena, compreso l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico.
Dal 25 novembre 2024, nell'area Emilia Est (Bologna, Imola, Ferrara e Modena) l'invio dei RespondER è stato esteso dai luoghi pubblici anche alle abitazioni private in cui si verifichino situazioni di sospetto arresto cardiaco, in quanto la maggior parte degli arresti cardiaci avvengono proprio a domicilio.
L’estensione del DAE RespondER alle case private accresce la capacità del sistema di intervenire tempestivamente e di effettuare le manovre di rianimazione cardiopolmonare e la defibrillazione il prima possibile, con l’obiettivo di migliorare gli esiti neurologici in caso di arresto cardiaco, dove ogni minuto è estremamente prezioso.