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Leishmaniosi. In aumento i casi nel bolognese anche a causa dei cambiamenti climatici

Pubblicato il 29/01/2024 - Redattore Kregel John Martin
Pubblicato su Eurosurveillance uno studio retrospettivo di 19 anni che combina aspetti clinici, umani e animali, e rilevazioni ambientali

Come si è diffusa la leishmaniosi nell’uomo negli ultimi 20 anni e quale ruolo hanno avuto gli animali serbatoio e le condizioni ambientali e climatiche.

È il quadro descritto dall’analisi epidemiologica, pubblicata sulla rivista scientifica Eurosurveillance dell’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), che ha preso in esame i casi di leishmaniosi registrati nel territorio dell’Azienda USL di Bologna dal 2004 al 2022.

Lo studio, curato da professionisti dell’Azienda USL, dell’Istituto Zooprofilattico dell’Emilia-Romagna e Lombardia, e del Policlinico Sant’Orsola, ha combinato sorveglianza umana, veterinaria ed entomologica, oltre ad aspetti clinici, ambientali e meteo-climatici.

Nel periodo in esame (2004-2022) nel territorio bolognese sono stati 154 i casi registrati di leishmaniosi cutanea e viscerale, di cui 11 hanno portato al decesso, con un trend dei casi altalenante, ma in aumento negli ultimi 10 anni. Dall’analisi emerge una maggiore incidenza negli uomini rispetto alle donne, nella prima infanzia (0-2 anni) e in chi ha una situazione di compromissione del sistema immunitario.

Tra le possibili spiegazioni dell’aumento dei casi c’è anche l’impatto dei cambiamenti climatici.

Negli ultimi anni i picchi di casi si sono infatti registrati in seguito a estati particolarmente povere di precipitazioni. Una condizione che può aver favorito l’aumento dei flebotomi, noti anche come pappataci, gli insetti che trasmettono la malattia tramite la loro puntura negli uomini e negli animali.

Rispetto alle epidemie del passato, negli ultimi anni i casi di leishmaniosi si sono verificati anche in città e in pianura. Tra le ipotesi formulate per spiegare il fenomeno, lo spostamento degli animali serbatoio verso nord, anche a causa dei cambiamenti climatici, in corrispondenza delle vie d’acqua e della rete ferroviaria.

Lo studio mette in luce anche un aspetto importante in ambito veterinario. Il cane, solitamente considerato il principale serbatoio del parassita responsabile della malattia, oltre a essere anche esso colpito dalla leishmaniosi canina, potrebbe non avere un ruolo così determinante nella diffusione nel nostro territorio.

Infatti, negli anni in cui si sono registrati più casi umani non si è visto un aumento corrispondente nei cani, in base agli esiti dei 1.422 prelievi effettuati negli ultimi 11 anni. I dati non sono ancora sufficienti, ma l’ipotesi è che la diffusione dipenda anche da altri animali serbatoio dell’infezione, che è stata individuata nel DNA dei mammiferi selvatici fino al 6% e in particolare nel 10-13% di topi e ratti.

Come proteggersi

Attualmente non esiste un vaccino umano contro la leishmaniosi. La principale misura preventiva per ridurre il rischio di contrarre la malattia rimane evitare la puntura dei flebotomi, adottando i seguenti comportamenti durante il periodo estivo:

  • utilizzare prodotti repellenti contro gli insetti, sulla cute esposta e sui vestiti, in particolare al crepuscolo e nelle ore notturne;
  • portare abiti coprenti all'aperto, in giardino o al parco, specialmente alla sera;
  • proteggere i cani con repellenti per flebotomi, non lasciarli all’esterno durante la notte e controllarli periodicamente per la leishmaniosi, ricordando che sono comunque recettivi a questa infezione.

Inoltre, in casa, possono essere utilizzate:

  • zanzariere a maglie fitte (2 mm);
  • insetticidi (spray, diffusori, lampade attrattive);
  • ventilatori (opportunamente posizionati possono disturbare l'ingresso dei flebotomi dato che non amano il vento).

Al link sottostante è disponibile lo studio pubblicato da Eurosurveillance. Inoltre, nella sezione dedicata sono presenti maggiori informazioni sulla malattia nell’uomo e nel cane, e materiali informativi sviluppati all’interno della campagna di comunicazione Protetti dalla Leishmania.