Valutazione sanitaria sulla qualità dell'aria 2023
I cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico sono tra i più importanti problemi ambientali e incidono sulla salute e sul benessere umano. Numerosi studi hanno confermato gli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla mortalità, sulla morbidità e sul ricorso ai servizi sanitari soprattutto per le categorie più fragili quali bambini, anziani o soggetti con patologie croniche.
Dal 2003 il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL di Bologna produce il rapporto Valutazione sanitaria sulla qualità dell’aria con l’obiettivo di monitorare l’impatto a breve e lungo termine che i principali inquinanti atmosferici producono sulla salute dei residenti della Città Metropolitana di Bologna.
I dati sugli inquinanti nel 2023
Dopo alcuni anni di stabilità il 2023 ha registrato un calo significativo delle concentrazioni di particolato PM2,5 e PM10, mentre per i gas il trend rimane sostanzialmente stabile o in lieve riduzione, nonostante le variazioni annuali che nello scorso anno hanno visto un calo dell’ozono e un aumento, invece, del biossido di azoto rilevato presso la centralina di Porta San Felice, rispetto all’anno precedente.
Le medie annuali di PM10 nelle diverse stazioni di rilevazione risultano ben al di sotto del limite normativo previsto (40 μg/m3), ma superiori ai valori raccomandati dalle linee guida dell’OMS (15 μg/m3).
Per quanto riguarda il PM2,5 tutte le stazioni registrano una media annuale inferiore o pari a 20 μg/m3, al di sotto sia del limite annuale stabilito dalla normativa nazionale (25 μg/m3) sia dell’obiettivo a lungo termine (20 μg/m3), ma comunque superiori alle raccomandazioni delle linee guida OMS (5 μg/m3) e ai valori limite per la protezione della salute umana da raggiungere entro il 2030 previsti dalla nuova Direttiva europea (10 μg/m3).
Per l’ozono, l’andamento rimane variabile in base alla meteorologia e alle emissioni dei precursori. Nel 2023 si registra una riduzione rispetto al 2022 dei giorni potenzialmente critici e una generale riduzione dei superamenti delle soglie normative. Tuttavia, come riporta ARPAE, la media sui tre anni prevista dalla normativa per questo tipo di parametro vede ancora le stazioni di Bologna e pianura superare il numero massimo consentito di 25 volte all’anno.
Nel 2023 non è stato rispettato il limite annuale per il biossido di azoto (40 μg/m3) su tutte le stazioni della rete. Tuttavia, a parte la stazione di Porta San Felice, tutte le altre stazioni hanno registrato una lieve diminuzione delle concentrazioni medie annuali, confermando il trend di riduzione generale sul territorio bolognese nell’ultimo decennio. Gli episodi acuti legati a concentrazioni orarie elevate di NO2 non rappresentano più un elemento di criticità. Ciononostante, i valori medi annui risultano ancora superiori ai valori raccomandati dall’OMS (10 μg/m3).
L’impatto sanitario
L’impatto sanitario è stato stimato in termini di mortalità, ricoveri ospedalieri e riduzione della speranza di vita attribuibili all’esposizione agli inquinanti. L’andamento temporale della mortalità attribuibile riflette quello delle concentrazioni degli inquinanti.
Per quanto riguarda il 2023 e in termini di mortalità, il rapporto evidenzia un maggior impatto del PM2,5 (753 decessi), seguito dall’NO2 (240 decessi) e dall’O3 (88 decessi), considerando le soglie di 5 µg/m3, di 10 µg/m3 e di 70 µg/m3 rispettivamente.
La riduzione della speranza di vita alla nascita per l’esposizione a lungo termine al PM2,5 è di quasi 3 mesi per la soglia di “non effetto” 10 μg/m3 e circa 7 mesi per la soglia di “non effetto” 5 μg/m3.
Inoltre, analogamente alle analisi condotte dalla Commissione Europea, utilizzando il rischio relativo del progetto europeo ELAPSE le stime di mortalità risultano maggiori del 40% per PM2,5 e di più del doppio per NO2.
I risultati mettono in luce la necessità di azioni di miglioramento ulteriore della qualità dell’aria per raggiungere i livelli raccomandati dall’OMS. La nuova Direttiva europea mira alla riduzione entro il 2050 dell’inquinamento atmosferico a livelli che non arrechino danno alla salute umana e agli ecosistemi naturali. In quest’ottica è stato adottato a febbraio 2024 il nuovo Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2030) della Regione Emilia-Romagna, per ridurre gli effetti nocivi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso.
Inoltre, diminuire l’inquinamento atmosferico contribuirebbe contestualmente a una riduzione delle emissioni di gas serra che influiscono sui cambiamenti climatici, fornendo così ulteriori benefici per la salute.
Al link sottostante sono consultabili il rapporto 2023 e le valutazioni degli anni precedenti.