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Contrastare i pregiudizi e incrementare la ricerca

Pubblicato il 29/08/2013 - Redattore Di Nicolo Simona
Il 1° maggio giornata nazionale per l’epilessia

 

(30/06/2012)
 
Contrastare i pregiudizi e incrementare la ricerca. Sono gli obiettivi della decima edizione della Giornata Nazionale per l'epilessia organizzata dalla Lega Italiana Contro l'Epilessia, presieduta da Roberto Michelucci, direttore della Neurologia dell’Ospedale Bellaria, che sarà celebrata il 1° maggio. Una giornata per informare i cittadini sulle cure per questa malattia, per la quale il 47% degli italiani crede che non ci sia guarigione.

Bologna ha sviluppato, nel corso degli ultimi 40 anni, una scuola epilettologica di fama internazionale, alla quale hanno contribuito diversi neurologi bolognesi, fra i quali Lugaresi, Tassinari e Baruzzi. A partire da queste conoscenze e professionalità, nel corso degli ultimi anni è stato messo a punto un modello assistenziale avanzato basato sui servizi offerti dall’Azienda USL di Bologna e dall’Università di Bologna, confermato di recente dal percorso diagnostico-assistenziale per l’epilessia della Regione Emilia Romagna, alla cui realizzazione hanno contribuito i rappresentanti della società scientifica LICE e dell’associazione contro l’epilessia AICE.

Le persone che soffrono di crisi epilettiche possono rivolgersi, qualora si presenti una crisi, al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore, dove viene assicurata una pronta consulenza neurologica e avviata l’attività diagnostico-terapeutica. Superata la fase di urgenza i pazienti sono avviati alla valutazione specialistica epilettologica presso i centri dell’epilessia, dell’adulto dell’Ospedale Bellaria, diretto dal Roberto Michelucci, dell’adulto e dell’infanzia della Clinica Neurologica Universitaria, diretto da Paolo Tinuper, e dell’infanzia dell’Ospedale Maggiore, diretto da Giuseppe Gobbi. I centri garantiscono gli esami diagnostici più avanzati, in collaborazione con la Neuroradiologia dell’Ospedale Bellaria, diretta da Marco Leonardi, e le terapie farmacologiche più innovative.

Presso l’Ospedale Bellaria è presente, inoltre, il centro di riferimento regionale per l’epilessia che necessita di terapia chirurgica, con una area dedicata, UMIE, all’interno della Neurologia diretta da Roberto Michelucci. Un team multidisciplinare composto da neurologi, epilettologi, neurofisiologi, neuroradiologi, neuropsicologi e neurochirurghi, grazie ad un sistema di videoregistrazione associato all’elettroencefalogramma, valuta le crisi epilettiche dei pazienti ricoverati e individua i pazienti che possono beneficiare di un intervento chirurgico. 120 le persone che, nel corso degli ultimi 10 anni all’Ospedale Bellaria sono guarite dall’epilessia grazie all’intervento chirurgico, trattamento che vede l’èquipe neurochirurgica del Bellaria fra le pochissime realtà in grado di eseguirlo.
Presso la Neurochirurgia dell’Ospedale Bellaria, diretta da Fabio Calbucci, è possibile inoltre effettuare l’impianto di stimolatori vagali, in collaborazione con i centri di neurologia e neruropsichiatria infantile.


Cos’è l’epilessia
Col termine epilessia si indica un gruppo di disturbi del cervello caratterizzati dal ripetersi di crisi epilettiche, cioè episodi improvvisi di disfunzione neurologica con una ampia varietà di manifestazioni cliniche. Le epilessie sono patologie frequenti, che interessano quasi un italiano su 100, per un totale di 500 mila persone affette e 30 mila nuovi casi diagnosticati ogni anno. Si manifestano soprattutto in età infantile o avanzata, anche se possono colpire in ogni periodo della vita. Le cause sono molteplici, e cambiano in relazione all’età. Una origine genetica è riconosciuta nel 40% dei casi, ma una qualche predisposizione è presente anche nelle forme collegate a cause strutturali, come malformazioni della corteccia cerebrale, traumi, tumori, infezioni, lesioni vascolari.
Nella maggioranza dei pazienti con epilessia la diagnosi può essere fatta con una anamnesi dettagliata e un esame diagnostico (Elettroencefalogramma e Risonanza Magnetica cerebrale). In alcuni pazienti, per i quali la diagnosi clinica è poco chiara o che richiedono una localizzazione precisa della zona dalla quale si scatena la crisi (ad esempio, in caso di trattamento chirurgico), è necessario registrare le crisi attraverso un monitoraggio video-EEG.
Una adeguata e tempestiva terapia farmacologica prolungata nel tempo consente a più del 70% dei pazienti con epilessia di non avere più crisi, mentre circa il 30% circa non rispondere ad alcun tipo di terapia. In questi casi deve essere presa in considerazione la terapia chirurgica, che consiste nella eliminazione dell’area cerebrale dalla quale hanno origine le crisi. La terapia chirurgica è praticabile, tuttavia, solo in una minoranza di casi. Nei casi inoperabili possono essere prese in considerazione tecniche chirurgiche alternative, come la chirurgia di disconnessione o la stimolazione del nervo vago, ma si tratta di trattamenti palliativi.
La ricerca nell’epilessia è particolarmente attiva, soprattutto nello sviluppo di nuovi farmaci  e tecniche chirurgiche per impedire la progressione verso epilessie croniche gravi, e nella definizione del ruolo dei geni nelle epilessie a causa sconosciuta e nella farmaco-resistenza.