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Decennale della scomparsa di Pasquale Montagna

Pubblicato il 09/12/2020 - Redattore Di Nicolo Simona
Il ricordo dei colleghi

Lui c'era sempre. Un abstract, una presentazione, un manoscritto, un consiglio per un paziente: non importava chi fosse a chiedere, lui c'era per tutti e a tutti, con una generosità senza pari, dispensava tutto il suo sapere. Diceva: "Non mi piace" e già stava pensando a come rendere migliore il materiale che gli era stato sottoposto. L'importante era tendere al meglio, sempre, senza accontentarsi mai, cercando continuamente soluzioni nuove, senza ripercorrere facili strade già aperte.
Era la sua straordinaria intelligenza che glielo permetteva. L'intelligenza nel pensiero scientifico: a partire dal desiderio e dalla volontà di conoscere, all'intuizione, al rigore del metodo fino alla capacità, così rara, di allontanare lo sguardo dal particolare e di inserirlo in una visione più ampia. La mente aperta, le passioni per la storia, la letteratura, la filosofia, la musica, lo facevano poliedrico e si riflettevano nell'ampiezza del pensiero scientifico.
L'intelligenza emotiva gli dava il dono dell'empatia, tanto nella professione medica e nei rapporti scientifici quanto nella didattica e nell'amicizia. Riservato e al tempo stesso attento e sensibile alle sfumature. Poteva stupire con gesti e slanci inattesi. Nello stesso modo l'espressione seria, a volte ombrosa o accigliata, poteva schiudersi in un sorriso un po' trattenuto dallo sguardo ironico, quando si giungeva ad un traguardo condiviso e che lo appagava. Le sue soluzioni potevano essere certamente migliori di quelle del suo interlocutore, ma lui non mancava mai di chiedere con sincerità: "Che ne pensi?".

Così scriveva chi lo ha conosciuto e chi ha lavorato con lui nel giorno della sua scomparsa avvenuta il 9 dicembre 2010.
Nel decennale della sua scomparsa, i ricercatori delle Scienze Neurologiche di Bologna continuano a ricordarlo con affetto come "uno dei più importanti maestri". 

 

La pagina in ricordo di Pasquale Montagna