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ENCefalopatia Acuta Non reversibile del paziente in Terapia intensivA (studio ENCANTA)

Pubblicato il 17/07/2023
Il progetto è coordinato da Marcello Rossi
Sintesi

Sintesi
Data di inizio: 28/07/2023
Data di fine: 27/07/2025
Costo complessivo: € 36.000,00
5x1000 (redditi anno 2021): € 18.000,00

Background
La critical illness è una condizione morbosa ampiamente diffusa e nota in Terapia Intensiva (TI), che impatta significativamente sulla prognosi dei pazienti che ne sono affetti. Si ritiene che l’eziopatogenesi possa essere infiammatoria, secondaria al danno microvascolare periferico e della barriera ematoencefalica, per quanto resti tuttora poco definita e fonte di speculazione. I fattori di rischio noti sono prevalentemente di tipo metabolico, quali sepsi, insufficienza multiorgano (MOF) o iperglicemia.
L’encefalopatia da critical illness potrebbe rientrare nello spettro delle encefalopatie tossico-metaboliche, sebbene si tratti di un ambito ad oggi poco studiato dal punto di vista neurologico poiché di specifico interesse dei pazienti intensivi. In assenza di chiari segni clinici associati, come crisi epilettiche o deficit neurologici focali, non è clinicamente possibile distinguere i quadri di encefalopatia reversibile, code prolungate di sedazione e delirium, da quadri di encefalopatia più severa con un’elevata probabilità di esitare in un deficit cognitivo non reversibile.
Diversi biomarcatori laboratoristici sono stati studiati come marker oggettivi di danno cerebrale e predittivi di “outcome” clinico. In particolare, elevati livelli di neurofilamenti a catena leggera (NfL), indicativi di danno neuroassonale, sono riscontrati in molteplici malattie del sistema nervoso centrale (es. sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica, etc.) e il dosaggio dei NfL nel sangue è utile per monitorare/predire la progressione di tali malattie. Tuttavia, la loro applicazione nell’ambito del paziente intensivo è tuttora poco diffusa.

Obiettivi
Scopo del progetto è analizzare l’impatto clinico in termini di disabilità e deficit cognitivo dell’encefalopatia acuta non reversibile del paziente in TI e descriverne i fattori predittivi clinici, laboratoristici e neurofisiologici.

Materiali e metodi
Lo studio osservazionale prospettico multicentrico prevede l’arruolamento di 200 pazienti consecutivi presso le TI del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi e dell’Ospedale Maggiore di Bologna. Saranno inclusi soggetti sottoposti a sedazione profonda con intubazione di durata >24h e pregressa completa autonomia (6/6 ADL, 8/8 IADL; IQCODE), mentre saranno esclusi casi con anamnesi positiva per patologie neurologiche acute e croniche. Le neurologie ospedaliere si occuperanno di tutte le rilevazioni cliniche e del coordinamento, delle indagini strumentali (EEG prolungato, EcoTCCD) dalla fase acuta (T0) fino a quella post-acuta (T3).
I campioni ematici per il dosaggio di NfL (T1<24h dall’inizio della sedazione, T2=3 giorni dopo sospensione sedazione, T3=3 mesi) e phospho-tau verranno centralizzati presso il Laboratorio di Neuropatologia dell’Ospedale Bellaria e analizzati su piattaforma Simoa SR-X (Quanterix, USA).

Potenziali ricadute clinico-assistenziali
Dallo studio ci attendiamo di raccogliere un dataset di dati standardizzati in un campione omogeneo di pazienti senza evidenza di decadimento cognitivo pregresso che permettano di identificare: 1) la prevalenza del deficit cognitivo post-intensivizzazione; 2) fattori predittivi/prognostici di outcome cognitivo avverso. Tra questi ultimi grande potenziale ha il dosaggio ripetuto di NfL nel sangue che permetterà di valutare sia i valori assoluti correlabili all’entità del danno, ma anche l’evoluzione temporale. L’identificazione sistematica e precoce dei soggetti che sviluppino decadimento cognitivo post-intensivizzazione potrà avere delle ricadute anche pratiche per la gestione in ambienti protetti dei pazienti e l’indirizzo negli opportuni centri/specialisti di riferimento.