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Dal profondo degli abissi fino alla montagna più alta della Terra, le microplastiche raggiungono il Monte Everest

Pubblicato il 18/02/2021 - Redattore Spiniello Francesca
Sintesi

Uno studio recente pubblicato su One Earth rivela la presenza di microplastiche anche a migliaia metri di altezza, sulle cime del Monte Everest

Il monte Everest è uno spettacolo indimenticabile per gli avventurieri di tutto il mondo. Tuttavia, esaminandolo da vicino, si notano sempre più i segni inconfondibili dell'impatto dei visitatori. Le microplastiche rilevate sull’Everest sono in gran parte composte da poliestere, da acrilico, nylon e polipropilene: tutti materiali comunemente usati nell’attrezzatura tecnica outdoor. Infatti, mentre vengono indossati, i tessuti sintetici perdono costantemente quantità minime di fibre e un grammo di abbigliamento sintetico rilascia 400 fibre di microplastica ogni 20 minuti di utilizzo, che potrebbe significare fino a un miliardo di fibre all’anno per una giacca del peso di quasi un chilo. Troppo piccole per essere viste a occhio nudo, le microplastiche sono estremamente difficili da eliminare, e spesso non vengono considerate nella più ampia questione dei rifiuti, che solitamente si concentra su riduzione, riutilizzo e riciclo di grandi oggetti. 
 
Le microplastiche sono sostanze con le quali siamo a contatto tutti i giorni, ma trovarle ad alta quota deve farci aprire gli occhi. Ovunque vada, l’uomo lascia la propria impronta, e non è sempre positiva.