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Il 29 novembre, al teatro di Villa Mazzacorati, il reading conclusivo dei laboratori di scrittura autobiografica degli utenti dei SerDP e CSM dell’AUSL di Bologna

Pubblicato il 25/11/2022 - Redattore Di Battista Ilaria Maria
Letteratura e scrittura autobiografica come strumenti di aiuto e supporto terapeutico per l’attività svolta da educatrici ed ESP (Esperti in supporto tra pari) con utenti dei SerDP e dei Centri di Salute Mentale dell’AUSL di Bologna.

Volge al termine il ciclo dei 3 laboratori che durante quest’anno hanno accolto utenti SerDP e dei CSM dei diversi distretti sanitari aziendali. Le attività - che hanno avuto luogo presso la Biblioteca comunale Natalia Ginzburg, Casa di Tina e il Centro Sottosopra di Anzola dell’Emilia - hanno dato vita a testi densi di esperienze ed emozioni, condivise tra utenti e professionisti. I testi, frutto del lavoro svolto, saranno il cuore del reading conclusivo che si terrà al teatro di Villa Mazzacorati il 29 novembre alle ore 18.30.

Un testo poetico, un testo letterario sono diventati per gli utenti, nel corso dei laboratori, stimoli per riflettere sul proprio percorso, pensare a diverse situazioni, narrarsi come identità e narrare la realtà. Letteratura e scrittura autobiografica si sono dunque trasformati in strumenti terapeutici grazie ai quali sono stati raccolti testi con cui utenti e professionisti si racconteranno alla città.

In Azienda USL i laboratori di scrittura autobiografica sono frutto di un progetto condiviso dai professionisti del DATeR (Direzione Assistenziale Tecnica e Riabilitativa), nato da un corso di formazione di Ornella Mastrobuoni della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, punto di riferimento nazionale per le pratiche autobiografiche.

Le persone che accedono ai servizi per le dipendenze patologiche o ai centri di salute mentale hanno spesso una storia di vita frammentata: la malattia e la dipendenza rischiano di diventare l’unica possibile definizione di sé. Nella narrazione autobiografica c’è la possibilità per i pazienti di riprendere le fila della propria storia di vita, con una valenza terapeutica e sociale. Gli educatori “accompagnano” e “dialogano”: le biografie degli operatori e delle persone che si rivolgono ai servizi spesso entrano in risonanza e la pratica autobiografica può diventare occasione di dialogo tra storie di vita.