Il Bellaria si racconta, alla Biblioteca, il 28 febbraio
Un incontro patrocinato dall’Azienda USL di Bologna, in collaborazione con Susan G. Komen Italia, Comitato Emilia-Romagna
Due storie della vita dell’ospedale Bellaria, di cui Suor Arcangela Casarotti, Superiora della Casa di Cura M.F. Toniolo e Gioacchino Pagliaro, direttore di Psicologia clinica ospedaliera dell’Azienda USL di Bologna, renderanno testimonianza e faranno conoscere momenti diversi e lontani nel tempo, ma non nel sentire.
Il 28 febbraio, alle ore 17.15, il racconto inizierà da una storia rimasta sepolta per anni nella memoria delle protagoniste, che testimonia la dedizione di persone, che hanno fatto dell’assistenza ai malati, hanno fatto la loro missione di vita.
Il racconto narra di un gruppo di consorelle dell’ordine delle Piccole Suore della Sacra Famiglia che, nell’arco di 30 anni, ha dato assistenza a pazienti affetti da tubercolosi e che, rimaste contagiate, sono progressivamente venute a mancare.
Col trascorrere del tempo la vocazione dell’ospedale Bellaria ha saputo però adeguarsi alle nuove emergenze e necessità sanitarie, arrivando a essere, oggi, un ospedale che associa la tecnologica sanitaria e l’elevata specializzazione, alla grande tradizione di vicinanza agli assistiti.
Da qui, il senso del secondo racconto, quello dell’approccio olistico alla persona sofferente.
Sull'onda dell'esperienza dei grandi ospedali negli Stati Uniti d’America, l'Ospedale Bellaria è stato il primo in Italia a integrare la meditazione nelle cure mediche e in particolare in ambito oncologico, creando uno specifico protocollo denominato Armoniosamente, che oggi è utilizzato in diversi ospedali italiani.
Sul fronte dell’integrazione con le Medicine non Convenzionali, l'ospedale Bellaria rappresenta un punto di riferimento per aver introdotto nel 2003, attraverso l'attività di divulgazione svolta da medici, psicologi e infermieri, la Psiconeuroendocrinoimmunologia, che evidenzia come i nostri comportamenti, gli atteggiamenti mentali, i sistemi di credenze e i processi cognitivi possano influire sulla nostra salute.