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Psicoradio - "Niente su di me senza di me", il “Dialogo Aperto” (Open Dialogue) approda in Italia

Pubblicato il 01/02/2019 - Redattore ventur9
“Bologna si prende cura. I tre giorni del welfare”: su Radio Città del Capo a partire dal 7 febbraio, alle 13.30, tutti i giovedì del mese
Jakko Seikkula

Creare un dialogo coinvolgendo tutti coloro che soffrono, dal giovane che è sospettato di abusare di crack, al padre e alla madre, che muoiono per la preoccupazione che provano per il figlio”.

“Bologna si prende cura”: Psicoradio è mediapartner

Tema, il welfare, alcune puntate speciali di Psicoradio affiancheranno la programmazione abituale.

Cosa vuol dire oggi occuparsi di Welfare? Come sono cambiati negli anni i problemi da affrontare per garantire diritti? E con quali fondi, se ci sono?
Quale media-partner del convegno “Bologna si prende cura”, la tre giorni sul Welfare che si terrà dal 28 febbraio al 2 marzo, Psicoradio proporrà approfondimenti e interviste agli assessori al Welfare di alcune delle maggiori città italiane, che saranno trasmesse da Radio Città del Capo a partire dal 7 febbraio, alle 13.30, per tutti i giovedì del mese.

 Open Dialogue

E’ approdato recentemente anche in Italia l’Open Dialogue, il metodo messo a punto nei primi anni ‘80 da Jakko Seikkula, psichiatra finlandese, in cui, pazienti, familiari e operatori partecipano insieme ad un dialogo terapeutico con un solo obiettivo: il benessere degli utenti psichiatrici. Si tratta di una terapia psicologica rivoluzionaria, all’insegna della trasparenza e del motto: “Niente su di me senza di me”, perché agli operatori non è permesso parlare di un paziente, se non in sua presenza, e ogni decisione viene condivisa durante le sedute collettive, presenti l’interessato e i suoi cari.
 
Jakko Seikkula spiega che:
Il metodo è nato dall’unione di due idee: enfatizzare il ruolo del dialogo durante l’incontro terapeutico, e permettere alle famiglie e alle altre persone importanti coinvolte con il paziente di organizzare rapidamente il sistema di cura durante le crisi”. (Da un’intervista rilasciata a Radio Liberamente di Modena)

 

Una sperimentazione di questa metodologia è iniziata oltre un anno fa, coinvolgendo sette Asl dal Nord al Sud della penisola: Torino capofila, Savona, Trieste, Roma 1 e 6, Modena e Catania.

“Non si tratta di imparare qualcosa, ma di disimparare moltissimo”
Psicoradio ha intervistato Raffaella Pocobello, la ricercatrice del Cnr di Roma che ha seguito questa prima ricerca sul metodo Dialogo Aperto in Italia.
Tra le principali difficoltà nell’importare questo metodo nel nostro Paese, la poca disponibilità di personale, soprattutto se paragonato a quello finlandese, e la rigidità nell’organizzare i turni degli operatori, oltre al problema degli spostamenti per assicurare interventi rapidi, molto difficili in grandi città come Roma.

“Il cuore dello studio – afferma la ricercatrice – si può riassumere nel fatto che gli operatori possano parlare del paziente solamente in sua presenza. Rispetto all’approccio attuale, in cui si parlava tra medici ed operatori dei “casi”, escludendo il paziente, la prospettiva è completamente ribaltata. Una novità che coinvolge e cambia profondamente anche gli operatori: “per esempio, non è più possibile utilizzare il gergo tecnico –  prosegue la ricercatrice – bisogna invece mettersi in gioco in prima persona. Non si tratta di imparare qualcosa, ma di disimparare moltissimo. E di tornare umani”.