Alzheimer. Studiare l’occhio per trovare possibili biomarcatori precoci. L’IRCCS Istituito delle Scienze Neurologiche di Bologna presenta i risultati di uno studio di ricerca durato 4 anni.
Studiare un particolare gruppo di cellule dell’occhio per trovare possibili biomarcatori precoci della malattia di Alzheimer.
Potrebbe essere sintetizzato così il lavoro dei ricercatori dell’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna che hanno studiato un sottogruppo di cellule della retina, le cellule ganglionari retiniche, contenenti il fotopigmento melanopsina. Perché proprio queste? Perché queste cellule sono coinvolte nella sincronizzazione dei ritmi circadiani (ritmo sonno-veglia) che, nella malattia di Alzheimer è spesso alterata. I disturbi del sonno e le alterazioni del ritmo circadiano infatti possono manifestarsi precocemente in questa patologia contribuendo al peggioramento dei disturbi cognitivi e dell’invecchiamento fisiologico
Coordinato da Chiara La Morgia, neurologa e ricercatrice dell’ISNB, lo studio è stato finanziato dal Ministero della Salute con 450 mila euro, nell’ambito del Bando Ricerca Finalizzata, per la categoria Giovani Ricercatori.
Per lo studio, durato 4 anni, sono state reclutate 75 persone, 33 dei quali con Alzheimer.
I risultati di tale progetto ci permettono di porre le basi teoriche per disegnare trials di terapia con la luce allo scopo di contrastare la disfunzione circadiana documentata nella malattia di Alzheimer e nell’invecchiamento. Lo studio potrebbe inoltre potenzialmente avere una ricaduta sulla progettazione dei sistemi d’illuminazione domestica e degli ambienti di lavoro.