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La televisita ai tempi del coronavirus diventa oggetto di studio dell’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna

Pubblicato il 29/08/2013 - Redattore Di Nicolo Simona
Un progetto del Centro Narcolessia e disturbi del sonno dell'ISNB

L’emergenza coronavirus ha costretto molti servizi ospedalieri e ambulatoriali a riorganizzarsi per limitare le occasioni di contagio tra le persone. In questo contesto, la televisita è diventata l’alternativa più sicura ed efficace per continuare a seguire i pazienti con patologie croniche che non possono recarsi fisicamente in ospedale. 

Una novità per molti professionisti, ma non per i ricercatori del Centro Narcolessia dell’ISNB, riferimento internazionale per lo studio e la cura di questa patologia. Il gruppo multidisciplinare, coordinato da Giuseppe Plazzi, stava già lavorando a un progetto di ricerca sulla telemedicina con l’obiettivo di valutare la possibilità di gestire il paziente a distanza, in video-chiamata.

Il Centro Narcolessia dell’ISNB, infatti, segue ogni anno circa 700 pazienti provenienti da tutta Italia e dall’estero. La telemedicina potrebbe essere lo strumento per ridurre il disagio logistico ed economico che le lunghe distanze rappresentano e dare al maggior numero di pazienti la possibilità di essere seguiti presso un centro di eccellenza. 

“A inizio di quest’anno – raccontano i ricercatori – con l’avvio delle prime misure anti-contagio e l’inizio del lockdown, si è creato il giusto contesto per iniziare il reclutamento. All’inizio abbiamo iniziato a telefonare ai nostri pazienti per verificare lo stato di salute e l’andamento delle terapie. Molti di loro hanno subito espresso il bisogno di avere un contatto più strutturato, anche visivo. Si tratta di pazienti la cui narcolessia è associata ad altri disturbi, come obesità e diabete, e hanno quindi bisogno di un’assistenza multidisciplinare continua”.

É così che il gruppo ha pensato di reclutare subito 40 pazienti, tra adulti e bambini, ai quali verrà chiesto di essere seguiti con video-visite, per il periodo di emergenza COVID. Nel corso dei prossimi 6 mesi, a tutti verranno offerte le consulenze specialistiche di cui hanno bisogno, da casa. 

Oltre alla fattibilità tecnica ed operativa della telemedicina, il gruppo vuole valutare anche la percezione della qualità del servizio, l’andamento dei sintomi e l’impatto delle variazioni terapeutiche durante tutto il periodo di osservazione, auspicabilmente fino al termine della fase pandemica nazionale. L’esperienza ottenuta da questo studio darà indicazioni utili alla trasferibilità del servizio anche in altri ambiti assistenziali.