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750 interventi, un anno di Chirurgia ortopedica dell’Appennino tra competenza, nuove tecniche e attenzione al territorio

Pubblicato il 16/07/2019 - Redattore De Frenza Francesca
Protesi d’anca, ginocchio, spalla, femore ma anche cura dei piedi piatti, trattamento delle lesioni tendinee e la recente introduzione della Chirurgia vertebrale: sono circa 750 gli interventi eseguiti nell’ultimo anno dalla Chirurgia ortopedica dell’Appennino da quando ne è diventato direttore Giovan Battista Scimeca

La Chirurgia dell’Appennino in questo ultimo anno si è confermata riferimento per tutta l’alta e media Valle del Reno per le patologie ortopediche incrementando lo spettro degli interventi grazie all’introduzione della chirurgia vertebrale. Il nuovo direttore infatti, con una esperienza ventennale maturata all’Ospedale Maggiore nella chirurgia protesica articolare e nel trattamento di traumi anche molto complessi, ha una alta specializzazione in Chirurgia Vertebrale introducendo tale tecnica anche in montagna. 

Il chirurgo vertebrale è specializzato in interventi su strutture ossee e cartilaginee della schiena e della colonna vertebrale per curare ad esempio artrite, artrosi, ernie e protrusioni discali, fratture delle vertebre, malformazioni della schiena come stenosi cervicale o lombare.

Una chirurgia di alto livello che viene praticata tanto con tecniche tradizionali che mini-invasive percutanee. Un vantaggio indiscutibile per i cittadini della montagna che con l’introduzione di queste nuove tecniche non devono più andare fino a Bologna per eseguire questi interventi.

Un esempio concreto per comprendere le potenzialità per il paziente della chirurgia vertebrale è quello, ad esempio, dei tempi di recupero nei casi di lesioni vertebrali osteoporotiche nell’anziano: generalmente la cura è un assoluto riposo a letto per circa un mese seguito da 2 mesi di busto. Eventualità che nell’anziano comporta numerosi problemi in particolare per la ripresa della mobilità. Con un intervento di vertebroplastica o cifoplastica, invece, si è di nuovo in piedi il giorno stesso dell’intervento.

La chirurgia della Montagna è organizzata per essere ben radicata attraverso un sistema di ambulatori ortopedici e sedi chirurgiche di day surgery così da intercettare le richieste che provengono dal territorio. Gli interventi più complessi e la preparazione all’intervento vengono eseguiti a Porretta, mentre gli interventi più semplici, ma molto frequenti, e i controlli di follow up possono essere eseguiti vicino al domicilio del paziente. In tutte le sedi i cittadini possono contare sulle stesse competenze garantite dalla sede centrale di Porretta. Sono infatti gli ortopedici a girare per evitare che lo facciano i pazienti.

La Chirurgia ortopedica della Montagna ha 4 sedi: Vergato e Bazzano dove sono presenti le sale operatorie per la day surgery e gli ambulatori, Loiano dove sono presenti gli ambulatori e Porretta dove viene eseguita la chirurgia maggiore ed il trattamento in acuto delle fratture. Gli ortopedici dell’unità operativa sono anche consulenti per il Pronto Soccorso di Vergato.


Giovan Battista Scimeca

Giovan Battista Scimeca, 52 anni, direttore della Chirurgia Ortopedica dell’Appennino. Specializzato in Ortopedia presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli. Per 18 anni ha operato presso l’Ortopedia dell’Ospedale Maggiore dove ha eseguito più di 7000 interventi. Ha una alta specializzazione su "risposta ortopedico chirurgica al grave politrauma con lesioni midollari".


Dal ricovero alla riabilitazione, un percorso integrato con il territorio

Il percorso di presa in carico del paziente è avviato, al momento del ricovero in degenza, da un team d’assistenza multiprofessionale che, attraverso l’utilizzo di uno strumento di valutazione della complessità assistenziale assegna il paziente all’area più appropriata. L’assistenza ospedaliera infatti è organizzata per intensità di cura e non raggruppa spazialmente i pazienti sulla base delle discipline mediche, bensì prevede l'accoglienza del paziente in un'area appropriata in base al bisogno clinico assistenziale ed al trasferimento successivo al variare delle condizioni cliniche.
Il percorso riabilitativo inizia già durante il  ricovero  con  presa   in  carico  precoce  del  paziente, che permette di attivare il tipo di percorso più idoneo a seconda delle patologie, condiviso con il paziente ed i suoi familiari. Al termine del ricovero il paziente potrà essere dimesso al domicilio oppure essere trasferito presso strutture a media/bassa intensità clinico assistenziale.
La dimissione al domicilio per i residenti del Distretto Alto Reno Terme, sulla base dei Percorsi Aziendali in accordo con i Servizi Territoriali, a seconda dei criteri di appropriatezza definiti a livello aziendale, può quindi avvalersi di una riabilitazione domiciliare o ambulatoriale presso il Presidio Ambulatoriale Riabilitativo di Porretta, Vergato o Castiglione dei Pepoli, in base alla prossimità territoriale. Viene così garantito un percorso riabilitativo in continuità calibrato sui bisogni della persona.
Il trasferimento presso strutture a media/bassa intensità, per i residenti del Distretto Alto Reno Terme, permette di proseguire la degenza per la fase riabilitativa presso i letti di Cure Intermedie dell’Ospedale di Vergato, oppure permette di usufruire di posti letto di Lungodegenza presso l’Ospedale di Porretta Terme o di Vergato. In particolari casi, in presenza di importanti problematiche per il rientro a domicilio, e nel rispetto dei criteri di appropriatezza, una ulteriore opportunità è rappresentata dal “Mese di Sollievo”, ovvero il ricovero presso  struttura per anziani per  la durata massima di un mese.
Per i residenti di Bologna e provincia, vi è la possibilità di programmare il ricovero riabilitativo nella struttura convenzionata più vicina al luogo di residenza, mentre per i residenti fuori regione si prendono accordi con l’AUSL di competenza.