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La gentilezza è una medicina. Giampiero Mucciaccio lo sapeva

Pubblicato il 19/03/2019 - Redattore ventur9
“Lungo il suo personale percorso di cura, legato alla sua malattia, aveva iniziato a pensare che fosse possibile portare questo tema anche in sanità”. Il saluto di Eno Quargnolo direttore del Distretto dell’Appennino Bolognese. I funerali, oggi alle 14, a Bologna, nella chiesa Santa Maria Annunziata in via Fossolo 31/2
(Foto di laprimapagina.it)

Tra letante iniziative che ha promosso come direttore del Centro Antartide diBologna, centro studi e comunicazione ambientale, Giampiero aveva iniziato adinteressare le aziende sanitarie, sul tema della gentilezza. Sentiva importantequesto aspetto del vivere civile più di ogni altra cosa. Portarlo nei luoghi dicura era per lui naturale. E aveva ragione ad imporsi con il suo carattereindomito, con la sua cocciutaggine mite, con la sua forza da visionario,consapevolmente ingenuo.

Praticarela gentilezza, il rispetto, la cura della relazione nei nostri luoghi di cura,siano essi i reparti ospedalieri, le strutture sociosanitarie, il domiciliodelle persone, i nostri uffici dove le persone si sentiamo più fragili e si aspettano prima di ogni altracosa gesti di rispetto e di attenzione, era qualcosa a cui non ci si poteva sottrarre.

Certo, potevamo e possiamo tutt’ora anteporretanti altri aspetti che per noi operatori della sanità sono più importanti diquesto tema e magari farne anche un oggetto di ironia e liquidarlo consufficienza.

Giampiero ne era cosciente, ma anchemolto consapevole di una verità: la gentilezza fa bene. Tutti i messaggi diringraziamento che ricevo, come Direttore di Distretto, dalle persone che hannoricevuto servizi nelle nostre strutture richiamano, per prima cosa, lagentilezza degli operatori, spesso la loro umanità e dedizione. Altre,addirittura, l’affetto ed empatia che sanno dimostrare a persone chefrequentano anche solo per alcuni giorni.

A me sembra straordinario tutto questo.Ed è motivo di orgoglio, sapere di lavorare in luoghi dove la gentilezza,l’ascolto, il prendersi cura è qualcosa che appartiene al nostro “codice” dicomportamento.

Giampiero ha promosso anche a Bologna,il 13 novembre, una “Giornata della gentilezza nei luoghi di cura”, perricordare che le strutture sanitarie bolognesi, già eccellenti in termini diefficienza e tecnica, possono anche primeggiare sul non secondario pianodell’umanizzazione.

Qualche anno fa essere “anticonformista” era unaqualità: la gentilezza oggi è essere “anticonformisti” vista la maleducazione ela scortesia a cui siamo abituati. Torniamo ad essere “anticonformisti” erecuperiamo la gentilezza cominciando dal posto dove ce n’è più bisogno: laddoveè in ballo la nostra salute”, lo diceva Renzo Arbore in occasione dellaGiornata mondiale della gentilezza nei luoghi di cura.

Giampiero,in questo senso, era un agitatore dell’anticonformismo.

Edancora, La gentilezza è arte quotidiana(Eugenio Riccomini). Giampiero, a suo modo, era un artista.

Tiricorderemo per tutto quello che hai saputo regalarci, anche quando non potevipiù comunicare come un tempo.

 

EnoQuargnolo